Secondo il meteo geopolitico dell’Istituto per gli studi di politica internazionale, nel 2018 per le imprese italiane ci saranno più opportunità e meno rischi nel Far East. I dati dell’Unione degli Industriali confermano la propensione delle nostre imprese verso nuovi mercati in quella parte del mondo. Malpensa è la cartina di tornasole
di Chiara Milani
La bussola dello sviluppo punta ad est. Lo dico i dati dell’Unione degli industriali, secondo cui negli ultimi dieci anni l’export varesino è cresciuto di quasi 1 miliardo di euro – passando dagli 8,6 del 2006 ai 9,5 del 2016 – grazie una forte redistribuzione su nuovi mercati. Sempre più lontani. Come Australia, Corea del Sud e Romania. Paesi dove è incrementato rispettivamente di 100, 51 e 74 milioni.
Lo confermano le previsioni, visto che Federazione Russa e Paesi ex Sovietici sono tra i Paesi che le imprese varesine hanno indicato come più promettenti per i prossimi anni nell’ambito della ricerca “Strategia di Internazionalizzazione, commitment e performance delle Pmi lombarde”, svolta da Confindustria Lombardia, in collaborazione con la SDA Bocconi. Nelle risposte multiple delle imprese spicca tra i più interessanti appunto la Russia, con il 24,8% delle preferenze. A seguire: Usa (23,1%), Cina (18,2%), Germania (15,6%), India (13,1%). E poi la vera sorpresa: l’Iran con il 12,2%.
Lo ha ribadito anche la conferenza ‘Il Mondo nel 2018: opportunità e rischi per le imprese italiane’ promossa il mese scorso da Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) e Intesa Sanpaolo, in collaborazione con Assolombarda e Sace Simest. Dove, in una cartina senza sole pieno, le previsioni migliori del quadro geopolitico sono apparse proprio sulla parte orientale del globo.
Una visione d’insieme sull’export quanto mai importante per l’intero sistema economico locale, che è tra i più internazionalizzati d’Italia: Varese, infatti, destina alle vendite oltre confine il 43,3% del proprio valore aggiunto, ossia l’8,3% in più della media lombarda e del 15,7% rispetto a quella italiana.
Qui, del resto, sorge l’aeroporto di Malpensa, che è un indicatore molto interessante di quel che succede, visto che vi passa il 60% del traffico merci italiano. Come ha ricordato il presidente di Sea, Pietro Modiano, invitato all’appuntamento in Assolombarda a Milano per parlare del punto di vista delle imprese: “I prodotti che si muovono via aereo sono pochi in volume e tantissimi in valore. L’Italia ha il 2% del primo e il 20% del secondo. E fa quasi tutto Malpensa. Da noi questo traffico cresce dell’8%, che è tanto. Nel mondo del 5-6%. Il che significa che quella parte di export che viaggia negli aeroplani, che sono le cose ad alto valore aggiunto, ha una crescita superiore alla media del commercio mondiale di merci. Il che va bene per i nostri operatori, che esportano cose di buona qualità. Le tendenze sono incoraggianti: quanto sia durevole una crescita che ha cominciato a manifestarsi di nuovo da un anno e mezzo, lo vedremo nel 2018”.
Ma lo scalo della brughiera è importante come volano per l’economia del Varesotto non soltanto per la parte cargo. Bensì, anche per il trasporto passeggeri, dato l’indotto. “Lo stesso vale per le persone. Nel 2017, in tutto il mondo, gli aerei sono stati di più e più pieni. Ovviamente bisogna vedere quanto regga questa cosa. Noi vediamo con qualche inquietudine il fatto che il tasso di crescita positivo si sta attenuando. Quindi abbiamo un 2018 che non sarà a due cifre di crescita”, ha sottolineato Modiano, confermando anche per quanto riguarda questo traffico: “L’opportunità è l’Est. Abbiamo i cinesi che hanno una propensione a volare di 0,2 contro l’1,5 del resto del mondo in termini di voli pro capite, quindi abbiamo una riserva di domanda che sta sostanzialmente lì e su cui conta tutta l’industria della mobilità di persone. Il nemico di questa crescita è geopolitico”.
Di qui, di nuovo, l’importanza delle “previsioni del tempo” dell’Ispi. Che, a parte il fulmine sulla Korea del Nord, le acque agitate vicino alla Cina e un punto di domanda sul sole della Russia, vedono a Estremo Oriente un cielo più sereno rispetto al resto del mondo. Condizioni importanti anche per le Pmi del Varesotto, visto che appunto i dati confermano un mercato sempre più Glocal. Bisognerà però vedere se queste speciali previsioni “meteo” siano azzeccate.