Visite virtuali [Ascolta il PODCAST]

di Andrea Mallamo

E’ nata dal Museo Tattile di Varese la campagna #museichiusimuseiaperti che ha coinvolto tutta Italia. Niccolò Comerio e Massimiliano Serati, ricercatori della Liuc Business School, ci parlano – anche su podcast – di questo fenomeno internazionale, guardandolo anche in prospettiva…

di Niccolò Comerio e Massimiliano Serati

Tra le varie urgenze più o meno gravi, l’emergenza Coronavirus ha costretto molti turisti a rinunciare a viaggi e spostamenti già programmati. Con conseguenti danni economici di imponenti dimensioni per la filiera turistica. Tutti i più grandi musei del mondo sono chiusi, rievocando così uno scenario simile a quello del secondo conflitto mondiale, quando le principali gallerie d’Europa nascosero altrove i propri tesori.

La forza della cultura vince sempre

Ma è proprio vero che la forza intrinseca di arte e cultura vince sempre. Numerosi musei del mondo non si sono arresi, ma hanno anzi riaperto virtualmente le porte per permettere ai visitatori di godere della bellezza delle opere d’arte in essi contenuti, pur stando confinati nelle proprie abitazioni: tra gli esempi più celebri troviamo il Louvre di Parigi, il British Museum di Londra, il Prado di Madrid, il Museo Archeologico di Atene o il Van Gogh Museum di Amsterdam.

Tra tour in rete e programmi in streaming

Non si tratta però di un fenomeno completamente nuovo. Alcuni tra i più grandi e famosi musei offrivano già precedentemente una sezione di tour virtuali e programmi in streaming, come conferenze e dibattiti, finalizzati prevalentemente a farsi conoscere e invogliare i futuri potenziali visitatori a procedere con la prenotazione della visita. A conferma dell’importanza di tale offerta, Google sta conducendo da anni, tramite la piattaforma Arts&Culture, un imponente lavoro di classificazione di opere d’arte, musei, luoghi del mondo da visitare, anche mediante tour in 3D sullo stile di Street View. È merito certamente dell’avanzamento delle tecnologie, che permettono oggi di mappare le sale, riproducendo le opere esposte con assoluta fedeltà.

Soluzioni ad hoc

In queste settimane anche in Italia numerosi musei hanno aggiunto alla loro normale attività su Internet anche programmi ad hoc per far fronte all’emergenza sanitaria in atto, al motto di #museichiusimuseiaperti: tale iniziativa è stata lanciata dal Museo Tattile di Varese, coinvolgendo il maggior numero possibile delle realtà museali tricolori. Giusto per menzionarne alcuni, gli Uffizi propongono IperVisioni, una serie di interessanti itinerari a tema da seguire online, in alta definizione, realizzati appositamente dai curatori del polo. La Pinacoteca di Brera offre, oltre alla visita delle collezioni più belle, una serie di pillole-video dal nome Appunti per una resistenza culturale, in cui il direttore del museo e i custodi di sala svelano alcune curiosità e dietro le quinte. O ancora, i Musei Vaticani permettono di condurre un ampio tour virtuale, arrivando sino alla Cappella Sistina, mentre il Museo Egizio di Torino offre visite guidate delle sue sale, insieme a video nei quali i dipendenti raccontano le antiche tecniche egiziane per mezzo di esperimenti e simulazioni.

Oggi il sollievo e domani il contenimento all’overtourism

Non fraintendiamo: una visita virtuale non sarà mai comparabile a una “in presenza”, soprattutto a livello emozionale ed esperienziale. Oggi, però, consente alla cultura di vivere comunque in noi e darci sollievo in un momento difficile, mentre in prospettiva potrebbe costituire un valido strumento per contrastare i fenomeni di overtourism che mettono in pericolo alcune icone artistico-culturali.

Radici amare, frutti dolci

Affidiamoci ad Aristotele: “Le radici della cultura sono amare, ma i frutti sono dolci”.

Ascolta questa riflessione via podcast dalla voce di uno dei suoi autori: https://www.spreaker.com/user/12137619/niccolo-comerio-visite-virtuali

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