VACANZA ROSA

Donne in viaggio: libertà e opportunità nel settore turistico

di admin

Niccolò Comerio, direttore del Responsible Tourism Lab della Liuc – Università Cattaneo, parla del crescente fenomeno delle Solo Traveler, ma anche delle possibilità di lavoro e carriera offerte dal settore a livello internazionale 

di Niccolò Comerio

La vacanza è sempre più “rosa”. Un numero crescente di donne decide, infatti, di viaggiare per il mondo, da sole o in compagnia, aprendo così a nuove esperienze e conquistando maggiore libertà e indipendenza. Allo stesso tempo, il turismo costituisce un’importante fonte di lavoro e crescita professionale per moltissime donne, soprattutto in contesti dove l’accesso al mercato del lavoro è stato storicamente limitato. Ecco, quindi, che il settore offre una duplice valenza: opportunità di scoperta e svago, ma anche un importante strumento di emancipazione.

Viaggiatrici in crescita, anche sole

La centralità dei clienti di genere femminile nel settore turistico è inconfutabile. In particolare, è in aumento il numero di donne che scelgono di esplorare il mondo in autonomia, un segmento che oggi costituisce fino al 14% del totale delle viaggiatrici globali. A tal proposito, Mabrian e The Data Appeal Company-Almawave Group hanno analizzato i dati consolidati per l’intero anno 2023 relativi ai 10 principali mercati di origine globali per il segmento delle donne che viaggiano da sole, al fine di identificarne i fattori chiave e delinearne il profilo. Un tema essenziale è inevitabilmente quello della sicurezza, motivo per cui tra le mete preferite vi sono quelle domestiche, con il 75% delle solo traveler che rimangono entro i confini nazionali, viaggiando prevalentemente in estate ma anche in periodi di media stagione, come giugno e settembre. Le turiste spagnole, insieme alle italiane e alle giapponesi, sono tra le più avventurose: quasi la metà delle spagnole (48%) che viaggiano da sole, infatti, è solita scegliere destinazioni internazionali, seguite dalle italiane (36%) e dalle giapponesi (34%). Al contrario, 7 donne francesi e polacche su 10 preferiscono destinazioni domestiche quando viaggiano in solitaria: una tendenza ancora più marcata tra le britanniche (77%), tedesche, americane e australiane (85%). Tra le mete predilette emergono i grandi centri urbani, capaci di offrire una combinazione ricca di esperienze di viaggio e un livello percepito di sicurezza più elevato: la top 5 include Londra, seguita da Parigi, Tokyo, Madrid e Roma.

Lavoratrici e imprenditrici

Come sottolineato dal World Travel & Tourism Council (Wttc) e dal Sustainable Tourism Global Center, negli ultimi 10 anni il numero di donne direttamente impiegate nel settore turistico a livello mondiale è aumentato del 24%, passando da 38,6 milioni a 47,8 milioni. Relativamente all’Italia, l’Istituto Nazionale Ricerche Turistiche (Isnart) ha calcolato che 1 impresa su 3 nel settore sia attualmente gestita da donne, le quali rappresentano anche il 53% della forza lavoro totale (il 55% negli alberghi e il 48% nei ristoranti). L’84% di queste donne svolge lavori di pulizia e cucina, il 46% si occupa della gestione, il 40% è agente di viaggio e l’1% è impiegato come guida. Tali dati sono stati confermati anche dall’Osservatorio per l’imprenditoria femminile di Unioncamere, che evidenzia come la partecipazione “rosa” superi quella di altri comparti, con il 40% tra agenzie di viaggio, servizi di prenotazione, alloggi per le vacanze, e il 25% nella direzione dei campeggi, in ristoranti, mense e in altre attività ricreative. L’avvento di Airbnb, inoltre, ha trasformato migliaia di donne in potenziali albergatrici. Tuttavia, non è tutto oro quello che luccica e la strada verso la piena emancipazione è ancora lunga. Le donne, pur essendo quantitativamente più numerose dei colleghi maschi, guadagnano di meno: sono infatti prevalentemente occupate in lavori informali, il che, come sottolineato anche dall’International Labour Organization (Ilo) di Ginevra, determina salari sistematicamente inferiori, senza garanzie e a cadenza stagionale.

Uno sguardo al futuro: Unwto e Onu al fianco delle donne

Sono molte in tutto il mondo le voci che quotidianamente si impegnano affinché la piena parità di genere nel settore turistico diventi realtà quanto prima. L’Unwto (Organizzazione Mondiale del Turismo dell’Onu), nel consueto Global Report on Women in Tourism, ha recentemente sottolineato il potenziale del settore come veicolo per l’emancipazione delle donne, anche grazie allo sviluppo delle piattaforme digitali, sempre più preponderanti a livello mondiale. Tuttavia, queste sono accompagnate da potenziali rischi e barriere, quali i costi elevati, le insufficienti risorse finanziarie e la mancanza di cultura digitale. Proprio quest’anno, in occasione della Giornata internazionale delle donne, dell’8 marzo, l’Onu ha lanciato la campagna #InvestInWomen, con l’obiettivo di richiamare l’attenzione sulla necessità, ormai non più prorogabile, di sostenere investimenti finalizzati al raggiungimento degli obiettivi globali di uguaglianza di genere fissati nell’Agenda 2030. Come affermato da Zurab Pololikashvili, segretario generale dell’Unwto, in molte nazioni si stanno iniziando a raccogliere i frutti degli investimenti precedenti, ma è necessario fare di più per aprire “nuove opportunità di crescita economica, inclusione sociale e sviluppo sostenibile”.

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