di Niccolò Comerio
Niccolò Comerio, ricercatore della Liuc Business School, analizza il rapporto tra i megadati e lo sviluppo del comparto
L’inizio degli anni Duemila ha avuto come tratto caratterizzante una continua e rapida evoluzione tecnologica, che ha portato a un aumento esponenziale del materiale presente nei dataset di tutto il mondo. Basti pensare che, secondo il white paper Data-driven Economies del World Economic Forum, il 90% dei dati esistenti è stato generato proprio nell’ultimo decennio.Â
VarietĂ e velocitĂ
Per descrivere questa enorme mole di informazioni, che ciascuno di noi genera in maniera più o meno consapevole, si è coniato il termine “Big Data”. Tuttavia, l’enfasi sul termine “Big” potrebbe essere fuorviante: i dati non solo sono “tanti” da un punto di vista quantitativo, ma sono contraddistinti anche da “varietà ” e “velocità ”, due caratteristiche essenziali se si pensa alle dinamiche del settore turistico. Con “varietà ” si è soliti fare riferimento alla pluralità delle fonti di informazione: immagini, video, conversazioni, commenti a dei post on-line sono tipici esempi di Big Data, che non sono però gestibili con un “tradizionale” dataset. Con “velocità ”, invece, si intende sia il ritmo con cui tali dati vengono generati nel tempo sia quello con cui gli stessi diventano obsoleti.
Turismo e Big Data
Un utilizzo virtuoso e deontologicamente corretto dei Big Data costituisce un’evidente svolta per il settore turistico. L’era digitale ha, difatti, aperto la strada a una vasta raccolta di dati provenienti da molteplici fonti quali eCommerce, prenotazioni online, recensioni dei viaggiatori, geolocalizzazione e utilizzo dei social media. Questi dati, una volta estratti e analizzati in maniera opportuna, possono fornire una panoramica, quasi in tempo reale, del comportamento dei viaggiatori, delle tendenze del mercato e delle preferenze dei consumatori. Di conseguenza, i Big Data potranno facilmente affiancarsi alle statistiche ufficiali, integrandole e consentendo di attuare un decisivo cambio di passo in termini di politiche e strumenti di gestione delle destinazioni turistiche.Â
Unione Europea e Italia in prima linea
L’Unione Europea si sta muovendo per creare uno spazio comune europeo di dati, in grado di coinvolgere tutti i principali portatori di interessi dell’ecosistema turistico, sia pubblici sia privati. Tale spazio dati contribuirĂ a favorire una piĂą profonda digitalizzazione del settore e una maggiore sostenibilitĂ , così come previsto dal Percorso di transizione per il turismo approvato nel 2022 e in conformitĂ alla strategia europea per i dati del 2020.Â
Anche l’Italia non resta a guardare. La Componente 3 della Missione 1 del Pnrr, denominata Turismo e Cultura 4.0 ha previsto lo stanziamento di 114 milioni di euro al fine di attivare il Digital Tourism Hub, una piattaforma digitale finalizzata ad aggregare on-line l’intera offerta turistica nazionale, così da creare un unico ecosistema integrato. L’obiettivo ultimo sarà quello di valorizzare il patrimonio turistico italiano per mezzo dell’utilizzo di data analytics e intelligenza artificiale, supportando così il turista nella pianificazione ottimale del proprio viaggio.
Il progetto Polis-Eye
Una delle iniziative pionieristiche nel panorama nazionale è rappresentata da Polis-Eye, realizzata grazie al supporto dei fondi Por-Fesr (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) Emilia-Romagna 2014-2020. Focalizzandosi sul piccolo Borgo di Dozza, il progetto ha consentito di sviluppare un sistema rivolto principalmente ai decisori pubblici, per favorire la gestione ottimizzata di Smart City nell’ambito del turismo. Nel dettaglio, si è proceduto a installare una rete di sensori in grado di raccogliere dati circa il numero di accessi pedonali al centro storico e al numero di automobili in entrata e uscita dai parcheggi pubblici. Ciò consente di supportare gli amministratori locali nel gestire al meglio l’organizzazione delle manifestazioni e di avere dati più precisi rispetto ai flussi di visitatori, contribuendo così alla razionalizzazione delle risorse impiegate e all’implementazione di politiche di sviluppo del potenziale turistico basate su una più precisa modulazione dell’offerta.
Un esempio virtuoso dal Varesotto
Guardando al nostro territorio, proprio nella direzione di una maggior valorizzazione del patrimonio di Big Data generati si inserisce Vodafone Analytics per Confcommercio provincia di Varese, una piattaforma di rilevamento delle presenze per certi versi unica nel panorama nazionale, nata dalla collaborazione tra Confcommercio Uniascom provincia di Varese, Vodafone Business, Camera di Commercio di Varese, Liuc Business School e il Responsible Tourism Lab della Liuc – Università Cattaneo. I dati contenuti nella piattaforma Vodafone Analytics, anonimi e aggregati, stanno consentendo da qualche mese di descrivere dettagliatamente i fenomeni turistici che caratterizzano cinque città di riferimento per la nostra provincia: Busto Arsizio, Gallarate, Luino, Saronno e Varese. Inoltre, la frequenza dei dati disponibili (per fascia oraria o per giorno) potrà consentire di prevedere nuove tendenze e pattern nascosti, in anticipo rispetto alla statistica tradizionale, restituendo così informazioni utili sia agli operatori del settore sia ai decisori politici locali.
Sfide e opportunitĂ per il futuro
A prescindere dai primi – pochi – esempi virtuosi, i dati, seppur potenzialmente “Big”, sono in realtĂ spesso ancora pochi, vecchi, non aggiornati e in formati poco utili per costruire analisi. Da qui l’importanza d’investire maggiormente nella cultura dei dati, al fine di estrarre il valore, anche economico, che essi sono in grado di generare.