Massimiliano Serati, direttore della Ricerca della Liuc Business School, parla del nuovo trend emergente per lo svago dopo un 2020 da dimenticare per il turismo
di Massimiliano Serati
S’intravede uno spiraglio di luce, dopo un’estate da dimenticare. Complice l’emergenza sanitaria da Covid-19, i dati sulle presenze turistiche in Italia al momento sono impietosi: se da un lato è leggermente aumentato il numero degli italiani che hanno trascorso le vacanze in patria (+1,1%), dall’altro mancano all’appello due stranieri su tre. In base alle recenti stime elaborate da CST Firenze per Assoturismo Confesercenti, nel solo trimestre giugno-agosto le presenze nelle strutture ricettive si sono fermate a 148,5 milioni, con 65 milioni in meno rispetto al 2019, equivalente a un calo di oltre il 30%. Un po’ meglio fanno il turismo di montagna (-19%) e il mare (-24%), mentre crollano le città d’arte (-50%) e i laghi (-49%). Complessivamente, il settore archivierà il 2020 con perdite da 100 miliardi.
Un viaggio… molto lungo
A ciò si aggiungono le fosche previsioni della IATA (International Air Transport Association), che ha recentemente posticipato al 2024 il ritorno ai livelli pre-Covid del traffico passeggeri globale, mentre il recupero dei viaggi a corto raggio dovrebbe avvenire più rapidamente, presumibilmente entro il 2023.
La rinnovata sinergia tra capitale naturale & umano
La situazione attuale ha però portato alla comparsa di nuove necessità tra i turisti e alla nascita di nuovi trend in affermazione sul mercato. Tra tutti, prioritario è innanzitutto il bisogno di sicurezza nella fruizione dell’esperienza turistica, tutelando il più possibile la salute dei viaggiatori mediante adeguate misure di sanificazione, pulizia e maggior distanziamento sociale.
Tale tematica, unita alla possibilità di immergersi maggiormente nella natura, trova nei parchi naturali risposte ai livelli più alti. Non a caso, il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha recentemente affermato come «nella fase post-Covid la valorizzazione del Capitale Naturale e delle sue sinergie con il Capitale Culturale nel nostro Paese costituirà un asset fondamentale del turismo, il cui sviluppo non può prescindere dalla tutela di queste risorse e da una fruizione responsabile e sostenibile».
Una carica di energia
In quest’ottica, i parchi di tutta Italia possono offrire tanti spazi all’aria aperta utili a mitigare i rischi di contagio, costituendo una grande opportunità per il settore turistico, in uno scenario caratterizzato da stringenti obblighi di distanziamento sociale. In aggiunta, in un mondo contemporaneo sempre più frenetico e stressante, il ritorno alla natura può costituire un potente rimedio, una carica di energia o forse l’ultimo rifugio rimasto, riprendendo anche le parole di Andrea Zanzotto, uno dei poeti italiani tra i più significativi della seconda metà del Novecento. Nella sua prosa vi è difatti un’idea quasi poetica della natura, che lo fa parlare di un «Deus vivente nella natura, e probabilmente al di là di essa…ed è in primo luogo nel paese e nei suoi dèi che bisogna credere».
Non solo giardini
E il territorio del Varesotto, particolarmente ricco di aree protette, giardini e ville circondate da ampi spazi verdi, si candida a essere una meta prediletta in questo scenario, soprattutto se sarà in grado di combinare l’offerta “di natura” con altre iniziative a latere, di tipo culturale, esperienziale o motivazionale, in un’ottica sostenibile e sicura dal punto di vista sanitario.