Virtual tour, workation, staycation e slow tourism sono le nuove parole che entreranno a far parte del vocabolario del settore dopo la grande crisi legata al Coronavirus: a ricordarcelo è Niccolò Comerio, ricercatore della Liuc Business School
“Bisognerà tenere
in considerazione
il calo di fiducia
da parte dei turisti”
di Niccolò Comerio
Ondata dopo ondata, il settore turistico mondiale è stato pesantemente colpito dalla pandemia di Covid-19 e dalle misure introdotte per contenerne la diffusione: l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha certificato un calo tra il 60% e l’80% dei flussi internazionali nel corso dello scorso anno, pari a 1.100 miliardi di perdite economiche globali (Unwto); in Italia si è assistita a una diminuzione del 62% degli arrivi e del 55% delle presenze in Italia (Fonte: Istat, Assoturismo).
Tale settore contribuisce in modo determinante all’andamento dell’economia del nostro Paese, che vanta un patrimonio ampio e variegato unico al mondo per ricchezze artistiche, paesaggistiche ed enogastronomiche. Difatti, il 13% del Pil nazionale è rappresentato proprio dal comparto dell’ospitalità: il suo rilancio sarà quindi fondamentale per garantire la ripartenza dell’economia nella sua interezza.
In attesa del passaporto vaccinale
L’introduzione, a partire dal 15 giugno, di una certificazione digitale o cartacea (“passaporto vaccinale”) non obbligatoria di concerto tra i Paesi dell’Unione europea, che indicherà l’avvenuta vaccinazione, la guarigione dalla malattia e la presenza di anticorpi, potrà rendere più facile viaggiare e partecipare agli eventi, supportando così il recupero del settore. D’altro canto, però, occorrerà tenere in considerazione il calo di fiducia tra i turisti a frequentare nuovamente i luoghi di aggregazione e quindi a spostarsi per potere raggiungere le mete prescelte.
Dopo lo shock
Dopo uno shock di tale portata il settore avrà bisogno di essere ripensato e, difficilmente, tornerà a essere quello di prima: digitalizzazione, workation (lavorare in vacanza), staycation (vacanza vicino a casa) e slow tourism (turismo lento) sono solo alcune delle parole chiave più comuni tra gli operatori del settore e che possono aiutare a comprendere le tendenze che ci aspettano
Un settore sempre più “digital”
Il digitale giocherà un ruolo chiave per il rilancio, soprattutto a livello di comunicazione. Difatti, un’idea che sta diventando sempre più comune è quella di mettere a disposizione dei potenziali turisti tour virtuali, tramite contenuti immersivi in realtà virtuale, realtà aumentata, foto a 360°, video e suggerimenti, permettendo così di orientare i viaggiatori nella scelta della destinazione prima di procedere con la prenotazione vera e propria.
Inoltre, un’accurata analisi dei dati a disposizione consentirebbe una più agevole profilazione dei viaggiatori, riuscendo così a intercettare nuovi bisogni e tendenze emergenti e anticipando i segni del cambiamento. Ovviamente, a tal fine, il personale dovrà essere adeguatamente formato sulle nuove tecnologie, in modo da poterne cogliere tutte le potenzialità.