La gita, che lusso!

di admin

Le trasferte con i compagni di classe rappresentano da sempre una preziosa opportunità di conoscenza e di crescita, oltre che di divertimento e ricordi indelebili. Ora però le sfide economiche le mettono sempre più a rischio, come ci spiega – dati alla mano – Nicolò Comerio, direttore del Responsible Tourism Lab della Liuc – Università Cattaneo

di Nicolò Comerio

“1 scuola su 3 ha scelto di non organizzare alcun viaggio d’istruzione: troppo cari”

Rimangono impresse nella memoria anche da adulti. Stiamo parlando delle gite, che offrono un’opportunità unica per apprendere al di fuori delle mura scolastiche: queste esperienze, infatti, combinano educazione e divertimento, consentendo a studenti e studentesse di esplorare il mondo reale e arricchire il loro percorso formativo con nuove prospettive, socializzazione e scoperte culturali. Eppure, già a partire dalla scuola primaria, le gite scolastiche rischiano di diventare sempre più un lusso riservato a pochi, principalmente a causa dell’aumento dei prezzi, che porta molte famiglie a rinunciare a questa preziosa esperienza formativa.

In quanti (non) partono…

Per quanto riguarda il 2024, l’osservatorio sulle gite scolastiche di Skuola.net, basandosi su un campione di 1.200 alunni delle classi medie e superiori, ha rilevato che il 31% degli istituti ha scelto di non organizzare alcun viaggio di istruzione. La causa principale è da ricercarsi nella mancanza di disponibilità dei docenti a prendersi la responsabilità di viaggiare (40% dei casi), seguita proprio da questioni economiche sia esplicite (la gita sarebbe costata troppo, 12%) che implicite (mancato raggiungimento del numero minimo di partecipanti, 7%), e da problemi disciplinari di studenti e studentesse (17%). Il budget condiziona anche chi il viaggio l’ha già intrapreso (18%) o è in procinto di partire (31%): 2 su 3 dichiarano infatti che i preventivi di spesa hanno influenzato la scelta della meta e la durata del viaggio d’istruzione, risultando decisivi nel 12% dei casi.

…e dove vanno

Sempre secondo Skuola.net, per chi è riuscito a partire, le gite sono state più brevi, in Italia e con mezzi di trasporto economici. Il 46% dei viaggi, infatti, non ha superato i 3 giorni, con un budget che, in due casi su tre, è rimasto sotto i 400 euro. Anche Didatour ha confermato questa tendenza, segnalando che, nell’anno scolastico 2023-2024, la maggior parte degli studenti (69%) ha speso circa 300 euro per soggiorni di almeno due giorni. Sempre per ragioni economiche, il pullman è stato il mezzo di trasporto più utilizzato (56%), seguito dall’aereo (22%) e dal treno (14%).

La grande maggioranza degli studenti (74%) è rimasta in Italia, scegliendo destinazioni che permettono di risparmiare, come capoluoghi di provincia meno frequentati, località di mare o montagna, borghi e paesi dell’entroterra (23%). Tra le mete tradizionali, Napoli, Firenze e Roma continuano a essere popolari (12%, 11% e 10% rispettivamente), mentre all’estero spiccano Atene, Madrid, Barcellona, Vienna e Praga. Complessivamente, secondo Didatour le mete artistiche e culturali vengono scelte dal 49% delle scuole primarie, dal 77% delle secondarie di primo grado e dal 59% delle secondarie di secondo grado. In calo, invece, le esperienze naturalistiche, penalizzate anche dalle condizioni meteorologiche imprevedibili. Infine, il processo di destagionalizzazione rimane ancora lento: i mesi preferiti continuano infatti a essere quelli primaverili (marzo e aprile al 27% e maggio al 35%), sebbene questa tendenza potrebbe cambiare nei prossimi anni, anche a causa dell’aumento dei costi durante i periodi di alta stagione, soprattutto nelle città d’arte.

Il supporto del Ministero dell’Istruzione

Consapevole dei costi decisamente superiori rispetto al passato, Il Ministero dell’Istruzione ha stanziato per l’anno scolastico 2023-2024 un budget di 50 milioni di euro, con l’obiettivo di consentire agli istituti scolastici di coinvolgere quanti più studenti possibile nelle gite, supportando le famiglie con difficoltà economiche. Tuttavia, secondo Didatour, l’aiuto economico – fino a un massimo di 150 euro destinato alle famiglie con figli che frequentano scuole statali secondarie di secondo grado con Isee basso – è stato richiesto soltanto dal 12% degli aventi diritto. A questo stanziamento si aggiungeranno ulteriori fondi previsti dal Pnrr, pari a 150 milioni di euro, destinati alla promozione di scambi scolastici internazionali nei prossimi tre anni.

Auspici per il futuro

Quindi, sebbene i viaggi di istruzione non siano tra le principali problematiche del mondo scolastico, essi continuano a rappresentare un’opportunità di crescita e di inclusione per gli studenti. Tuttavia, per garantire che tutti possano accedervi, sarà fondamentale un impegno continuo da parte delle istituzioni e delle scuole nel rendere queste esperienze più accessibili e sostenibili, affrontando con decisione le sfide economiche che limitano la partecipazione. In caso contrario, quelle che sono grandi occasioni rischiano di trasformarsi in esperienze mancate: in tali contesti, la possibilità di esplorare nuove culture, sviluppare competenze interpersonali e ampliare i propri orizzonti si riduce, alimentando divisioni tra chi può usufruire di queste esperienze e chi ne resta escluso. 

Articoli Correlati