La nuova era del turismo in mostra alla Bit di Milano: tra i trend emergenti, il glamping, i pet lovers e i Nomadi digitali. La fotografia della situazione scattata per i nostri lettori da Niccolò Comerio, ricercatore della Liuc Business School
di Niccolò Comerio
Dopo essere stata rimandata a febbraio, svi é svolta finalmente il mese scorso la Borsa Internazionale del Turismo (BIt) di Milano, una fiera molto frequentata da tutti coloro che amano viaggiare, ma anche da molti blogger, giornalisti, strutture turistico-alberghiere e da altri operatori, e che ha segnato la – forse – definitiva e tanto attesa ripartenza del settore.
L’evento ha costituito l’occasione per provare a guardare con ottimismo al futuro, dopo anni di attesa e incertezze dovuti alla pandemia, svelando le tendenze turistiche dell’anno in corso, sebbene alcune nubi sempre più minacciose si addensino all’orizzonte, a causa dei disordini geopolitici degli ultimi mesi.
Un maggior legame uomo-natura
In generale emerge una crescente attenzione, sia a livello nazionale che internazionale, verso il rapporto uomo-natura. La maggior parte degli italiani ha espresso preferenze per vacanze più sane, sostenibili e con un ritmo lento (slow tourism), che consentano di prendersi una pausa dalla vita frenetica della città e recuperare energie. Secondo un recente rapporto redatto da Fondazione UniVerde, per il 74% degli italiani il turismo sostenibile è il più sicuro nella fase post Covid, mentre il 71% lo considera più etico e più vicino alla natura; infine, per l’84% degli intervistati, esso può rappresentare un’opportunità di sviluppo economico. Anche secondo il presidente di Demoskopica, la pandemia ha contribuito a far emergere il profilo del “turista sostenibile”; occorrerà, però, sfruttare consapevolmente le risorse del Pnrr per sostenere la ripresa del settore.
Open-air, ma con comfort
Sono così sempre più diffuse nuove iniziative per un turismo più “leggero” e green, come meditazione e yoga nelle foreste, trekking e cicloturismo: si tratta di una serie di attività svolte in mezzo alla natura, utili a riconnettersi a essa, in grado di favorire un maggior benessere psicofisico per i viaggiatori, ma anche per esplorare il territorio.
Aria aperta va, però, di pari passo anche con comfort, come nel caso del glamping. Si tratta di un neologismo nato dalla fusione di glamour e camping, e che indica un’esperienza turistica che unisce la libertà del campeggio con alloggi anche di lusso, rappresentando una delle nuove frontiere delle vacanze open-air. L’81% dei viaggiatori che ha provato questa esperienza è disposto a riviverla secondo un’analisi del portale campeggi.com, optando anche per versioni più sostenibili e high-tech, in cui gli alloggi sono vere e proprie bolle trasparenti da cui ammirare la natura (bubble glamping).
Da “natura” a “cultura”
Ma “natura” fa rima anche con “cultura”: le persone vogliono visitare borghi antichi e castelli storici, per esplorare le radici dei territori e viverne le tradizioni. Tale tendenza potrebbe portare ad archiviare, o comunque limitare, il modello del turismo di massa, conosciuto comunemente come overtourism, già ampiamente nel mirino negli ultimi anni per la scarsa compatibilità con i temi della sostenibilità ambientale.
Tra grandi classici e nuove nicchie di mercato
Si conferma poi uno dei grandi classici del settore, vale a dire l’enogastronomia, con turisti sempre più alla ricerca di tipicità locali, ma con una maggior attenzione a cibi salutari e di qualità, a ricalcare la maggior propensione dei cittadini ad adottare stili di vita più sani.
L’enogastronomia racchiude, quindi, dentro di sé tutto ciò che il turista contemporaneo può ricercare, vale a dire rispetto delle tradizioni locali, autenticità, sostenibilità, benessere psico-fisico ed esperienza.
Infine, tra le nicchie di mercato più promettenti si segnalano i pet lover, che non rinunciano a viaggiare con i loro amici a quattro zampe, e i “nomadi digitali”, vale a dire coloro i quali, sfruttando le nuove tecnologie, hanno la possibilità di lavorare a distanza per i propri clienti o per il proprio datore di lavoro, senza essere legati a sedi fisiche e avendo così la possibilità di “viaggiare lavorando”.
Rotta sul Varesotto?
Dalla BIt emerge indubbiamente un fermento interessante, insieme alla voglia di cambiare rotta e trasformare le recenti crisi in opportunità. Tali tendenze dovranno essere coniugate ai punti di forza che già contraddistinguono il nostro territorio, rendendolo un’eccellenza nel panorama italiano, ossia il paesaggio, gli anfiteatri naturali, lo sport, la cultura, che dovranno essere ulteriormente valorizzati al fine di creare proposte uniche per i futuri visitatori.
In foto: Niccolò Comerio