In occasione della prima edizione del Varese Summer Festival, Niccolò Comerio, ricercatore della Liuc Business School, ci propone la fotografia di un fenomeno molto meno di nicchia di quanto si possa immaginare: quello dei viaggi legati a cantanti, concerti e rassegne, dal jazz alla musica elettronica
Foto Giardini Estensi da Varese Inchieste Luglio 2018 o FIE Aprile 2019
 di Niccolò Comerio
Chi ama la musica cerca spesso di portarla con sé nei momenti più disparati della propria vita, come ampiamente dimostrato dagli ultimi dati contenuti nel consueto Global Music Report di Ifpi (International Federation of the Phonographic Industry). Il 2022 è stato, difatti, l’ottavo anno consecutivo di crescita per il mercato discografico globale, con ricavi totali che hanno superato per la prima volta i 26 miliardi di dollari (+9% rispetto al 2021). La crescita dell’industria musicale è stata guidata da diversi fattori, tra cui l’emergere di nuove tecnologie e la diffusione dei servizi di streaming, che costituiscono oggi il 66,7% del totale dei ricavi. Di converso, il comparto fisico ha segnato un generale -2,2%, confermando il trend di lento ma costante calo, da imputarsi proprio alla digitalizzazione sempre più spinta.
Il record italiano
All’interno del panorama europeo e mondiale spicca la performance del nostro Paese, il cui mercato discografico ha registrato un solido +11,1% nel corso del 2022, superando i 370 milioni di fatturato. Siae ha inoltre certificato la ripresa dei concerti dopo il lungo stop forzato dovuto alla pandemia: nei primi nove mesi del 2022 (si attende ancora il report complessivo dell’anno) sono stati registrati oltre 13 milioni di ingressi, una cifra record che fotografa così una realtà in grande evoluzione. Si è trattato soprattutto di un pubblico giovane, più disponibile a frequentare luoghi affollati, ma al boom di presenze ha contribuito anche il recupero di date che erano state cancellate negli anni della pandemia e per le quali erano già stati venduti i biglietti.
Due mondi complementari
Musica è sempre più spesso occasione di viaggio, a tal punto da rendere il turismo musicale una realtà concreta e tangibile, nonché una nicchia molto meno di nicchia di quanto si potrebbe immaginare. Come emerso dalla seconda edizione del Festival del Turismo Musicale in Italia (Tum) che si è tenuta nell’ottobre dello scorso anno a Cremona, una parte significativa del movimento turistico ancora oggi classificato come turismo culturale è, in realtà , costituito da viaggiatori attirati da eventi musicali e da luoghi legati alla musica. Ne consegue che festival, musei specializzati, teatri, folklore e le numerose attrattive del patrimonio musicale italiano possono costituire un’occasione rilevante per attrarre visitatori, se sfruttata opportunamente.
Sharewood, in viaggio con i fan
A cogliere l’occasione ci ha provato, ad esempio, Sharewood che ha lanciato nel 2020 l’iniziativa Viaggi in Musica. Due sono le anime che caratterizzano la proposta: la prima si focalizza su specifici generi musicali o tradizioni locali, legandosi così alla sfera esperienziale ed emozionale del viaggio; la seconda consente, invece, di creare tour personalizzati ed esclusivi, durante i quali gli artisti hanno la possibilità di viaggiare insieme a un gruppo ristretto di fan. In entrambi i casi l’obiettivo dichiarato è quello di supportare il settore musicale e le realtà locali italiane.
Festival musicali formato maxi e mini
Estate è sinonimo di festival e concerti. Tuttavia, mentre in molti Paesi europei si è consolidato il modello dei macrofestival in stile Coachella, durante i quali si può assistere a decine di live spostandosi da un palco all’altro, in Italia ciò è avvenuto in maniera sporadica. I tentativi di proporre qualcosa di diverso e unico si scontrano, spesso, con problemi logistici (mancanza di luoghi adatti) e ambientali, ma anche con una minor predisposizione del pubblico a prendervi parte. L’offerta nazionale è, così, caratterizzata da festival di più piccole dimensioni e distribuiti da nord a sud lungo tutto lo stivale. Ciò non deve essere comunque visto con accezione negativa, ma piuttosto come un tentativo di emancipazione rispetto a un modello basato solo sui numeri, preferendo piuttosto la qualità dei contenuti.
A due passi da Varese…
Per gli amanti della musica classica e del jazz uno degli esempi più celebri è il Festival di Stresa, la cui peculiarità è quella di fare immergere gli spettatori sia nella musica che nella bellezza di scorci e paesaggi indimenticabili. Tra i luoghi del Festival occorre annoverare l’Isola Madre e l’Isola dei Pescatori, ma anche l’Eremo di Santa Caterina del Sasso dal lato Varesino del Lago Maggiore.
Per i più giovani, invece, può valere la pena ricordare il Nameless, che si tiene annualmente ad Annone di Brianza (Lecco) e la cui decima edizione si è chiusa da poco: i tre giorni dedicati alla musica elettronica hanno ospitato oltre 100mila persone e 110 artisti, con una crescita del 25% rispetto all’edizione dell’anno precedente.
…ma il capoluogo non vuole essere da meno!
Nell’estate 2023, i Giardini Estensi fanno da palcoscenico alla prima edizione del Varese Summer Festival, che prevede un ricco cartellone di spettacoli a partire dal 19 luglio 2023. Come dichiarato da Filippo De Santis, direttore del Teatro di Varese, il festival sarà “il motore delle iniziative estive che attireranno qui tante persone”, costituendo così una “bella opportunità per la città , anche grazie alla qualità degli artisti”. Sarà dunque una manifestazione in cui gli spettacoli contribuiranno a far conoscere la bellezza e l’ospitalità del territorio, oltre che ad offrire momenti di svago e leggerezza non solo ai residenti.