Inizia con questo contributo la collaborazione con l’Associazione “In Cammino-La Via Francisca del
Lucomagno”. L’obiettivo è far conoscere questo progetto, unico in provincia di Varese, come è nato,
approfondirne gli aspetti organizzativi, gli sviluppi e le opportunità che può generare alle persone e
al territorio. Intervistiamo Ferruccio Marucca Presidente dell’Associazione “In Cammino-La Via
Francisca del Lucomagno” che promuove e gestisce lo sviluppo della Via Francisca.
Cosa è la Via Francisca del Lucomagno?
La Via Francisca del Lucomagno è un antico cammino, che collegava il centro Europa con la pianura
padana, utilizzando il passo svizzero del Lucomagno (1915 m s.l.m.) il più basso delle Alpi Lepontine
e quindi maggiormente transitabile d’inverno.
Ma cosa centra San Francesco con questo cammino?
Il cammino non ha nulla a che fare con San Francesco…
Il suo nome deriva da un termine antico ‘franchir’ che voleva significare ‘oltrepassare-valicare’.
Appunto, questo cammino, supera la catena delle montagne alpine!
Allora… non è la Via Francigena?
No! La Via Francigena è un altro cammino. E’ l’attualizzazione del viaggio verso Canterbury che ha
compiuto nel 990 il monaco Sigerico di ritorno da Roma dove era stato nominato Arcivescovo dal
Papa. Egli descrive, in un diario le 79 tappe del suo viaggio.
Chi ha percorso la Via Francisca nel corso dei secoli?
Certamente i religiosi che si trasferivano tra i diversi conventi dislocati lungo il cammino (San Gallo,
Coira, Disentis, Ganna, Cairate, Morimondo), i commercianti che viaggiavano per vendere le loro
merci e manufatti, i pellegrini che erano diretti verso Roma.
Perché la Via, a nord delle Alpi, viene chiamata anche “Via degli Imperatori”?
Nel periodo del suo massimo utilizzo, dal VIII al XIII venne percorsa da diversi eserciti. I re della
dinastia sassone, da Ottone I ad Enrico II, il Santo, oltre ad essere imperatori del Sacro Romano
Impero erano anche re d’Italia, quindi l’hanno percorsa più volte per raggiungere i domini italiani.
Ultimo imperatore che la percorse con i suoi eserciti fu Federico Barbarossa che nel 1176 venne
sconfitto nella battaglia di Legnano dalla Lega Lombarda.
Come mai, oggi, si riparla di questo antico cammino?
Negli anni 70 del 1900 gli storici hanno ripreso ad interessarsi e a recuperare i tracciati dei cammini
storici, soprattutto verso i grandi centri di pellegrinaggio: Roma, Gerusalemme, Santiago di
Compostela.
A partire dagli anni 2000 coloro che avevano studiato ed attualizzato il percorso della Via Francigena
iniziarono a lavorare per il recupero delle ‘Vie Romee’, quelle che conducono verso Roma, tra cui
anche la Via Francisca. Ipotizzarono l’inizio del ‘percorso moderno’ della Francisca a Costanza ed il
suo arrivo a Pavia, dove la Via si inserisce sulla Francigena che porta a Roma.
Quando è stato avviato il recupero del tratto italiano?
L’8 gennaio 2015, presso la sede di Regione Lombardia a Varese, Adelaide Trezzini, Presidente
dell’Associatione Internationale Via Francigena, chiese di avere un supporto per continuare a
tracciare il percorso della Via Francisca anche in territorio lombardo, da Lavena Ponte Tresa fino a
Pavia.
Quindi, esattamente 10 anni fa, nasceva il tratto della Via Francisca italiana?
Si! In poco tempo, dopo aver fatto alcune verifiche sulla bontà del progetto con diversi uffici
regionali e con il Cantone Ticino, nel mese di settembre 2015, sono stati coinvolti nel progetto la
Provincia di Varese e tutti i comuni della Provincia toccati dal percorso che avevo individuato. Nella
primavera 2016 sono stati posizionati i segnavia, dal confine di Lavena Ponte Tresa fino al Sacro
Monte di Varese. I primi pellegrini che percorrendo la Via Francisca fino a Pavia e poi hanno
raggiunto Roma, sono stati due signori di Lugano, un magistrato ed un professore, che il 12
novembre 2016 arrivarono al ‘Soglio di Pietro’.