La casa editrice bustocca Nomos ha pubblicato il libro L’ermellino di Leonardo, che contiene un messaggio molto attuale: “La presenza degli animali non é necessaria soltanto agli ecosistemi, ma alla cultura umana nei suoi aspetti più profondi e fondanti”
a cura della redazione
“Questo libro nasce per raccontare che la presenza degli animali non é necessaria soltanto agli ecosistemi e al mondo della natura, ma alla cultura umana e all’arte nei suoi aspetti più profondi e fondanti”. Così gli autori presentano L’ermellino di Leonardo – Dodici storie di animali tra arte e natura, pubblicato dalla casa editrice bustocca Nomos. A firmarlo sono Ananda Baneriee e Martina Corgnati. Il primo é un premiato giornalista ambientale, autore, naturalista e artista grafico, che vive in India. La seconda é una storica dell’arte e curatrice che insegna all’Accademia di Brera, dove dirige la Scuola dei Beni culturali.
Il futuro della bellezza
Dalla temibile balena all’elegante gru nucabianca, dall’agile ghepardo alla timida giraffa. Senza dimenticare il dodo, che é l’emblema dell’estinzione. Sono appunto una dozzina di animali della terra, dell’aria e dei mari, i protagonisti di altrettante “storie naturali ed esoteriche, che insieme tracciano sentieri ininterrotti attraverso tutta la storia dell’arte: dai mosaici tardo antichi di Aquileia all’alba del cristianesimo nel IV secolo fino alle intense performance di Joseph Beyus, passando per Giotto, Leonardo da Vinci, Katsushika, Hokusai, Eugène Delacroix e molti altri”, come spiegano in quarta di copertina gli scrittori: “Senza la maestà, la grazia, l’armonia dei nostri compagni di pianeta è difficile immaginare quale possa essere il futuro della bellezza”.
Specie iconiche
Il volume, pubblicato dalla casa editrice del territorio, ha il patrocinio della Lipu (Lega italiana protezione uccelli) e del WWF, il cui fondatore e presidente onorario in Italia domanda in premessa: “Quanti italiani sanno cosa sia l’animale (per gli zoologi, un mustelide) dall’aspetto truce che Leonardo da Vinci ha dipinto nel 1490 nel quadro La dama con l’ermellino conservato in un museo di Cracovia?“ Proprio quell’immagine si staglia sulla copertina del volume, che ripercorre appunto “1700 anni di arte, descrivendo, al tempo stesso, caratteri, ecologia e problemi di conservazione di 12 specie fra le più iconiche che abitano, o hanno abitato, il nostro pianeta”, come scrivono Banerjee e Corgnati, che con questo libro vogliono appunto “anche mostrare a un pubblico di appassionati come l’arte sia legata a doppio filo alla natura, delle cui forme varie e variabili si è sempre nutrita, costruendo intorno l’intero patrimonio del nostro immaginario simbolico, folclorico, narrativo e, alla fine, culturale”.
Un mondo senza animali?
Di qui, l’interrogativo se ci sia davvero possibile ipotizzare un mondo senza gli animali che popolano boschi e savane, ma anche leggende, sogni, quadri e libri… Inequivocabile la conclusione dei due scrittori: “Sono domande retoriche ma che, al tempo stesso, richiedono decisioni concrete, impegnative e urgenti. Gli autori si augurano che questo libro possa dare un seppure minuscolo contributo perché vengano assunte da ciascuno, per quanto in suo potere. Cioè da tutti”.
In foto: Il dodo fu il primo caso di estinzione operata direttamente dall’uomo