Clima da salvare

di Andrea Mallamo

Massimo Gaudina, portavoce della Commissione Europea nel Nord Italia che conosce bene la provincia di Varese, fotografa la situazione attuale, i rischi e le potenzialità legati alla necessità della transizione ecologica

di Chiara Milani

La transizione ecologica, e quindi la lotta al cambiamento climatico, è l’obiettivo numero 1 in questo momento dell’Unione europea”. A ricordarlo – se mai ce ne fosse bisogno – è Massimo Gaudina, capo della Rappresentanza della Commissione europea a Milano, che incalza: “ C’è un traguardo chiaro da raggiungere: entro il 2050 vogliamo diventare un continente a impatto climatico 0, che significa che non dovremmo contribuire ad aumentare la temperatura complessiva. Stesso obiettivo se lo sono poste altre potenze mondiali. Altri continenti se lo pongono per il 2060 o 2070, ma dopo la Cop26 di Glasgow (la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021, ndr) per la prima volta la quasi totalità delle dei Paesi del mondo, dei grandi inquinatori, sta andando tutta nella stessa direzione”.

Il bicchiere mezzo pieno

Quindi, secondo il nostro interlocutore, è il momento d’iniziare a vedere il bicchiere mezzo pieno in questa lotta al surriscaldamento globale. Una battaglia che stiamo combattendo tutti insieme quando fino a due anni fa era soltanto il 30% dell’economia, mentre adesso sarebbe il 90%.

Scenari da brividi

A sostegno dell’esigenza di mettere l’accento sull’obiettivo ambientale, Gaudina ricorda i sempre più frequenti fenomeni meteorologici di un’intensità e di una frequenza mai vista. Ma non solo. “Sono stati anche fatti dai calcoli sulle possibili conseguenze dell’inquinamento del riscaldamento climatico nel medio periodo”, cita il portavoce di Bruxelles nel Nord Italia, snocciolando i dati: “Si calcola che per esempio che ci potrebbero essere 400mila morti premature ogni anno, che 1 specie su 6 della nostra biodiversità, cioè della flora e della fauna del mondo, possa scomparire nel giro di pochi anni, che 90mila persone potrebbero perdere la vita ogni anno a causa delle ondate di calore, che il 40% delle acque disponibili attualmente nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo potrebbe scomparire”.

Il prezzo da pagare

Scenari che, senza dubbio, mettono i brividi. E che rendono l’idea di quanto possano essere molto gravi le conseguenze sul piano sanitario, territoriale e anche economico, “perché tutto ciò ha un impatto anche anche sull’economia e dunque bisogna fare qualcosa, pure se c’è un prezzo da pagare”, sottolinea Gaudina, avvertendo che “ci sarebbe un costo molto più alto se noi questa battaglia non volessimo combatterla”.

Un equilibrio difficile

Di qui la necessità di trovare il difficile equilibrio tra tenere sotto controllo il clima e far crescere al tempo stesso l’economia. Rispettando anche il paesaggio, come ha fatto notare il neo presidente del Fai (Fondo per l’ambiente italiano), Marco Magnifico, nell’intervista che ci ha rilasciato (e che potete leggere a pagina 18).

Paesaggio da salvare, tra eolico e fotovoltaico

Quando glielo facciamo notare, Gaudina commenta: “L’osservazione del presidente Magnifico è sicuramente appropriata, al tempo stesso noi non possiamo avere tutto questo insieme, perché noi possiamo anche salvare alcune colline da impianti fotovoltaici o eolici, che potrebbero deturpare l’occhio, però magari potremmo vedere Venezia o altre città costiere scomparire fra qualche decennio”.

La soluzione per Paese unico”

Chiaro il pensiero del nostro intervistato: “Bisogna anche darsi delle priorità e trovare un punto di equilibrio, ma di certo l’eolico e il fotovoltaico sono due parti importanti della soluzione: noi abbiamo bisogno di energie rinnovabili e l’Italia ha una posizione geografica straordinariamente favorevole. Al tempo stesso, il nostro Paese ha un patrimonio culturale, naturale e paesaggistico unico, quindi mettere insieme queste due unicità e unire anche la presenza di tante piccole e medie imprese con la loro creatività e la loro intraprendenza potrebbe darci la soluzione nel rispetto della natura, per al contempo con l’obiettivo di fondo di evitare la catastrofe climatica”.

GUARDA L’INTERVISTA

In foto: Massimo Gaudina capo della Rappresentanza della Commissione Europea a Milano

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