Il nostro esperto di ciclismo, Luigi Cazzola, fa il punto sul momento che sta vivendo il ciclismo tricolore su strada, in pista e anche il ciclocross, ricordando la storica vittoria di Alessandro Ballan nella Città Giardino
“Dopo Nibali, nessun italiano ha vinto le corse-monumento”
di Luigi Cazzola
Vincenzo Nibali, che si è ritirato dal ciclismo agonistico alla fine del 2022, è stato l’ultimo italiano che è riuscito a vincere il Tour de France nel 2014, il Giro d’Italia nel 2016, il Giro di Lombardia nel 2017, la Milano Sanremo nel 2018. Dopo di lui nessun’altro italiano è riuscito a vincere queste corse-monumento.
La fine di un’era
Dopo il ritiro di questo grandissimo campione e di altri della sua statura, che l’hanno preceduto nell’appendere la bicicletta al chiodo – come Paolo Bettini, Ivan Basso, Alessandro Ballan e Damiano Cunego – il ciclismo italiano, per quanto riguarda il settore maschile, è andato in crisi e gli appassionati di ciclismo del Belpaese si sono dovuti abituare ad ascoltare, al termine delle gare, inni stranieri poco conosciuti, invece del tanto amato Fratelli d’Italia. Il titolo di campione del mondo nella prova in linea professionisti su strada manca all’Italia dal Mondiale di Varese 2008, quando in una giornata memorabile per tutti i varesini Alessandro Ballan ha conquistato la maglia iridata. Lo stesso vincitore, ogni anno prima del mondiale spera con grande sportività che questo suo successo possa essere finalmente eguagliato.
L’Inno di Mameli torna a risuonare
Anche nel ciclocross la crisi è stata profonda. Prima dell’inizio del campionato del mondo di quest’anno, Daniele Pontoni – attuale commissario tecnico della nazionale italiana – risultava essere l’ultimo professionista italiano ad aver conquistato il titolo di campione del mondo, nel 1997 a Monaco. Anche per quanto riguarda la categoria Juniores mancava un titolo mondiale per dal 2005, quando sempre in Germania e precisamente a Sankt Wendel aveva vinto Davide Malacarne. Adesso però sono emersi segni di risveglio e ai campionati del mondo di Tabor in Repubblica Ceca, che si sono disputati nel mese di febbraio di quest’anno, è finalmente suonato di nuovo l’Inno di Mameli per merito di un ragazzo friulano: Stefano Viezzi si è infatti laureato campione del mondo per la categoria Juniores. In questo momento non ci sono ancora professionisti all’altezza dei più grandi specialisti del mondo, ma la vittoria, a livello mondiale, di un giovane, fa sperare che stia avvenendo in Italia la rinascita del ciclocross.
Il quartetto d’oro
Sicuramente già compiuta è la rinascita del ciclismo su pista, visto che alle Olimpiadi di Tokyo il quartetto d’inseguimento su pista ha conquistato la medaglia d’oro. Uno dei quattro campioni olimpici, Filippo Ganna, è uno specialista anche delle corse a cronometro su strada, avendo conquistato in questa disciplina due maglie iridate ai campionati del mondo. Su Ganna e su altri giovani – come Jonathan Milan, anch’egli campione olimpico nel quartetto e fortissimo in volata pure su strada, Antonio Tiberi, campione del mondo a cronometro su strada nel 2019 per la categoria Juniores, Lorenzo Milesi, stesso titolo nel 2023 tra gli Under 23 e Andrea Bagioli sta iniziando – una rinascita anche per quanto riguarda il ciclismo su strada.
Quel successo da eguagliare
La speranza di tutti gli appassionati di ciclismo è che il trionfo di Alessandro Ballan al mondiale di Varese 2008 rimanga un ricordo fantastico stampato nella loro mente e nel loro cuore, ma non sia più menzionato come l’ultimo trionfo di un italiano ai campionati del mondo di ciclismo professionisti su strada.
Foto: Alessandro Ballan vince il mondiale a Varese nel 2008 (Ph Luigi Benati)