Il nostro esperto di ciclismo, Luigi Cazzola, ci ricorda come il tempo influenzi le gare di ciclismo e fornisce consigli utili anche per gli amatori durante le giornate di gran caldo
“Servono occhiali scuri, abbigliamento traspirante, bere tanto e mangiare cibo fresco e con vitamine, soprattutto banane”
di Luigi Cazzola
Quando si è assistito ad imprese epiche nel ciclismo, il clima ha sempre avuto un ruolo rilevante.
Estremi opposti
Il freddo molto spesso è stato decisivo nel determinare gli esiti delle corse. Alcune tappe del Giro d’Italia sono rimaste indimenticabili per scene drammatiche con corridori che arrivano al traguardo infreddoliti e vengono soccorsi dai massaggiatori con pesantissime coperte di lana. Allo stesso modo si è rivelato molto spesso decisivo il caldo. Alcune tappe del Tour de France sono passate alla storia per il clima torrido con scene di corridori che barcollano sotto il sole cocente e sopra l’asfalto che scotta o di altri che arrivano al traguardo alla spicciolata con le magliette che si aprono a fisarmonica alla ricerca di refrigerio.
Una maglia gialla “che scotta”
Se arriva la classica “cotta”, le gambe in salita non si muovono più, restano impietrite. Le immagini drammatiche di corse contrassegnate dal caldo ci riportano quasi sempre alla gara francese, visto che questa importante corsa a tappe si disputa nel mese di luglio. Il caldo è un elemento fondamentale di questa competizione, un compagno di viaggio dei corridori , molto spesso un avversario in più da affrontare, a volte un grosso problema anche per gli spettatori, parcheggiati per ore sotto il sole ad attendere il passaggio della maglia gialla.
Da Bartali…
“Una birra fa gola di più in questo giorno appiccicoso di caucciù “ ci racconta il cantautore Paolo Conte con la famosa canzone Bartali, scritta per celebrare le grandi imprese dell’omonimo ciclista al Tour de France. Il caldo per alcuni corridori è una condanna certa, per altri invece è un alleato.
…a Bugno
Infatti, nel periodo in cui Francesco Baccini cantava, con i Ladri di biciclette, “Sotto questo sole è bello pedalare, sì / ma c’è da sudare”, Gianni Bugno, grande campione degli anni Novanta, amava il caldo e le sue più grandi imprese le ha regalate ai tifosi in calde giornate di sole. Fu così a Benidorm in Spagna, nel 1992, in un mondiale durissimo, in pieno agosto, con tante salite e un caldo asfissiante. Quando gli avversari all’ultimo giro della gara si scioglievano sotto il sole, Bugno invece migliorava sensibilmente e vincendo una volata in salita si laureava per la seconda volta consecutiva campione del mondo.
Come sconfiggere il Solleone
Il caldo però molto spesso è un nemico per i corridori e in genere per chi va in bicicletta. Tuttavia, i pericoli provocati dal caldo possono essere neutralizzati con alcuni accorgimenti. La prima regola è quella di bere molto quando si va in bicicletta nelle giornate calde. Il grande consumo di liquidi è un aspetto molto importante per chi va in bicicletta con il caldo. Una borraccia con acqua fresca non deve mai mancare. Ciò detto, non è sufficiente soltanto bere, ma bisogna anche alimentarsi ed occorre farlo una mezz’ora prima di correre. E’ necessario consumare cibi freschi e carichi di vitamine, yogurt e tanta frutta, con una particolare predilezione per le banane, le quali, grazie alla presenza di potassio, prevengono i crampi. Lo stesso Gianni Bugno era solito mettersi, nella tasca posteriore della maglietta, una banana. Anche se fa molto caldo e manca un po’ l’appetito, nelle corse lunghe è fondamentale la nutrizione, pure durante la competizione. E’ importante la cura dell’abbigliamento che, con il caldo eccessivo deve essere particolarmente traspirante. Infine sono fondamentali gli occhiali da sole, per proteggere gli occhi dall’eccessiva esposizione solare. Infine, ma non ultimo, bisogna amare il ciclismo, lo sport che si corre sulla strada… e la strada e il clima si sa, sono legati da un filo forse sottile, ma indissolubile.