La tua poesia sembra intrecciare spesso memoria personale e riflessione sul mondo digitale. Come nascono questi due elementi nei tuoi versi?
“Memoria e digitale convivono in me per necessità. La giovinezza è un terreno che scavo continuamente per capire chi sono stata e chi sono ora; il digitale è il linguaggio del nostro tempo, un filtro inevitabile. Lavoro nella comunicazione e vivo immersa nella Rete: non potrei scrivere ignorandolo. Nei versi li faccio dialogare, il passato si specchia nei pixel.”
Parlaci un po’ di te: chi è Alessandra Corbetta oltre la poesia?
“Sono nata a Erba nel 1988, ho un dottorato in Sociologia della Comunicazione e dei Media e insegno alla LIUC-Carlo Cattaneo. Collaboro con TTY CREO, un’azienda informatica, e ho due master: Digital Communication e Storytelling. Ho fondato Alma Poesia, curando Distanze obliterate (Puntoacapo Editrice, 2021), un progetto sulle poesie nate online.”
Critici hanno lodato la tua capacità di rendere universale l’esperienza generazionale. Ti riconosci in questa lettura?
“Mi fa piacere che lo colgano. Non scrivo solo per me, anche se parto da qualcosa di personale: giovinezza e corpo sono fili comuni a tutti. Uso un linguaggio vicino, che lascia spazio al lettore per specchiarsi, suggerendo più che imponendo.”
Hai pubblicato diverse opere poetiche e saggistiche. Quali sono le tappe principali del tuo percorso?
“Ho pubblicato Corpo della gioventù (2019), Estate corsara (2022), Sempreverde (2023) con prefazione di Umberto Fiori, e L’età verde (2024). In saggistica, Corpi in rete (2021) esplora il sé online. Codirigo Controcorrente per Puntoacapo e La memoria di Adriano per Industria & Letteratura.”
In Sempreverde i tuoi versi si fanno più densi e meditativi. Cosa ha portato a questo cambiamento?
“Sempreverde è nato da un bisogno di calma dopo anni intensi di ricerca e scrittura. È più denso, unisce il caos del presente a ciò che resta vivo.”
Oltre a scrivere, hai altri progetti che ti rappresentano?
“Scrivo per Gli Stati Generali, Vuela Palabra, UniversoPoesia, e conduco ‘Poetando sul sofà’ su Rete55, portando la poesia vicino alle persone. Tutto è su www.alessandracorbetta.net.”
Prova a raccontare il nostro tempo senza nostalgia per il passato, ma con un’attenzione a quello che ci tiene umani.
“Il nostro tempo è veloce, frammentato, spesso freddo per la tecnologia. Ma corpi, emozioni e legami ci tengono umani. Non rimpiango il passato, cerco ciò che ci radica.”
Se dovessi definire la tua poesia in tre parole, quali sceglieresti?
“‘Nostalgia digitale attraversata’: nostalgia come origine, digitale come presente, attraversata come movimento verso il lettore.”
Un titolo come Sussurri tra rete e radici potrebbe rappresentare il tuo lavoro. Cosa ne pensi?
“‘Sussurri tra rete e radici’ mi somiglia: ‘sussurri’ è l’intimità che cerco, ‘rete’ il mio presente, ‘radici’ il corpo e la terra da cui parto.
L’orchidea
(da “Corpo della gioventù”)
Più resistente del filo di metallo
che sorregge l’orchidea stanca
la mia volubilità si fa germoglio
da principio a principio.
Guardami più vera della fede
che professi onda in mezzo ai maremoti.
Sono nata per essere libera.