Eccellenza Salvatore Pasquariello, da 3 anni è Prefetto di Varese. Vuole tracciare un bilancio della sua esperienza sul territorio?
Il bilancio non può che essere positivo, benché assai faticoso. Sono stati anni impegnativi, nei quali, date le diverse criticità, ho cercato di mettermi a disposizione della comunità su diversi fronti.
Infatti lei ha impresso un passo nuovo, esprimendo chiaramente la volontà di fare rete, privilegiando tavoli e occasioni di confronto su vari ambiti.
Io mi sono sforzato, da subito, di privilegiare il contatto con l’esterno per avvicinare la gente alla Prefettura, istituzione della quale molti non conoscono ruolo e funzioni. Ho cercato quindi di aprire gli uffici alla comunità e coinvolgere più possibile, includendo tutte le realtà del territorio a incontrarsi con continuità: forze dell’ordine, scuola, università, uffici giudiziari, ASST, ATS, Terzo Settore e parti sociali.
Da testimone diretto, posso dire che nel rapporto con l’universo giovanile, Lei ha dimostrato una marcia in più…
Mi fa piacere che lo dica, perché ho sempre creduto nella centralità delle nuove generazioni. Ricordo una delle prime conversazioni, poco dopo il mio arrivo a Varese, con Giuseppe Carcano, dirigente dell’Ufficio Scolastico, il quale mi disse: “Poveri ragazzi, da un incubo all’altro”, riferendosi a giovani che, dopo aver subito la pandemia da covid, si trovavano di fronte alla guerra in Ucraina. Quell’amara constatazione mi colpì profondamente e capii che il disagio giovanile avrebbe potuto ulteriormente aggravarsi. Tentai, quindi, di mettere a frutto le esperienze maturate negli anni: portai a Varese il Progetto Ragazzi On The Road e incoraggiai le istituzioni a considerarsi parte di quella che lo psicologo Simone Feder ha giustamente definito “comunità educante” della quale ogni adulto deve farsi carico.
In parallelo, ha rilanciato la Conferenza Provinciale Permanente, che affronta temi delicati quali spaccio di droga, crisi aziendali, sicurezza stradale…
La sicurezza, lo ripeto, è frutto di azioni sinergiche e condivise. E’ doveroso agire in modo coordinato ed è importante trasmettere ai cittadini l’idea di una galassia istituzionale coesa. E qui, mi permetta, voglio ringraziare anche voi organi di informazione, perché vi sento alleati.
Tanti impegni, tante sfide: ma lo trova un momento per sé, per i suoi affetti e magari per qualche gita di piacere nella nostra provincia?
Certo che sì: nonostante il tanto lavoro, custodisco gelosamente del tempo per la mia famiglia. E per quanto riguarda Varese, lo ammetto: ho un debole per il Sacro Monte.