Sta per compiere un anno d’attività ExSUF, il Centro di Eccellenza sulla Finanza Sostenibile per le infrastrutture e le smart cities istituito dall’ateneo di Castellanza e da Unece (United Nations Economic Commission for Europe): in arrivo un’analisi per l’impatto sul territorio. Ce ne parla la presidente, Anna Gervasoni
di Anna Gervasoni
L’obiettivo europeo e italiano è utilizzare i cospicui stanziamenti messi in campo, e potenziati nei periodi recenti, per realizzare gli obiettivi dell’agenda delle Nazioni Unite 2030 in modo da restituire alle future generazioni un pianeta più vivibile, più curato e meno inquinato. I goal da raggiungere riguardano non soltanto il paesaggio, ma anche la natura e l’opera dell’uomo. Del resto, è proprio l’uomo che ha trasformato il pianeta, a volte deturpandolo e consumandolo senza nemmeno rendersene conto. A lui, quindi, ora spetta il compito di aiutarlo.
La svolta necessaria
Oggi, noi cittadini, imprenditori ma soprattutto policy maker, dobbiamo essere consci della necessità di una svolta definitiva e urgente: per questo motivo la Liuc- Università Cattaneo ha dato grande importanza all’attività di ricerca su una tematica in particolare, quella sulla finanza sostenibile. Tale priorità è necessaria per puntare a realizzare infrastrutture che siano di supporto alle cosiddette smart cities. Da marzo 2021 è attivo, infatti, ExSUF, il Centro di Eccellenza sulla Finanza Sostenibile per le infrastrutture e le smart cities istituito dall’ateneo di Castellanza e da Unece (United Nations Economic Commission for Europe).
Obiettivo puntato sulle città
Perché puntare sulle città? Perché qui vive il 50% della popolazione mondiale, percentuale destinata a crescere nei prossimi anni e quindi qui si deve esserci il cuore del cambiamento. Sappiamo che le città possono essere il fulcro della bellezza, dell’arte e della cultura: un motore di innovazione culturale e tecnologica. Il ruolo delle infrastrutture è fondamentale perché è proprio grazie a queste assi portanti che si trasforma, evolvendosi, la nostra civiltà.
Il bisogno di infrastrutture
Quando parliamo di infrastrutture dobbiamo pensare a un raggio molto ampio di progetti che spaziano dai trasporti, all’energia tradizionale e rinnovabile, dalle infrastrutture sociali a quelle digitali, dalle telecomunicazioni a tutto quello che concerne l’ambiente, incluso lo smaltimento il riciclaggio dei rifiuti. Ripensare alle infrastrutture e finanziare la realizzazione del nuovo e il restauro del vecchio, consentendo una riduzione degli sprechi, e un minor impatto ambientale, significa investire sul futuro e per il futuro. Per far ciò bisogna avere capitali, ma anche molta progettualità. Servono quindi capitali sia pubblici sia privati. L’importanza di questi ultimi è fondamentale proprio perché spesso è ad essi che viene associata ed è legata la progettualità. Essi sono costituiti dalle imprese che investono e fanno da volano agli stanziamenti pubblici, ma anche dai grandissimi operatori internazionali attivi in Italia e locali: i fondi per le infrastrutture.
Tremila investimenti
Su questo tema, il centro Exsuf presenterà nelle prossime settimane un’analisi svolta in collaborazione con Aifi, l’associazione italiana del private capital che raduna tra gli altri fondi anche quelli infrastrutturali attivi in Italia, per analizzare l’impatto che questo segmento di mercato finanziario potrà avere su tutto il territorio. I dati rilevati nei mercati di Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna, mostrano 142 fondi infrastrutturali attivi tra locali e internazionali, che hanno un portafoglio di quasi 3mila investimenti. Se puoi guardiamo ai capitali a disposizione, vediamo somme davvero enormi. Se vogliamo dare un’idea della capacità di fuoco, sommando solo i capitali in gestione dei primi 10 fondi di maggiori dimensioni raggiungiamo un valore di mille miliardi a disposizione. La logica di investimento di questi operatori è quella di allocare finanza là dove ci siano progetti interessanti. Alcuni dei più grossi player internazionali hanno aperto una sede in Italia, segno dell’interesse verso il nostro Paese e auspicio che si possano realizzare progetti di investimento che sicuramente avranno impatti importanti.
Un Paese attraente
Abbiamo davanti a noi una grande opportunità, speriamo che il nostro Paese continui a emanare quel fascino che lo rende così desiderabile anche nell’attrarre gli investimenti.