Si deve sprigionare un’energia psicologica che ci ricarichi di positività e ottimismo. A ricordarcelo è monsignor Claudio Livetti, già prevosto di Busto Arsizio, che invita ad abbandonarci a qualche sogno e auspica un rilancio spirituale
di monsignor Claudio Livetti
“Nessuno é sicuro di riuscire ad attraversare il bosco. Ma solo chi ha attraversato il bosco ha una storia da raccontare” (Sohu Kennedy). Siamo usciti da una boscaglia fitta, insidiosa e piena di incubi. Siamo stati aggrediti da un terrorismo mediatico che propinava da mattino a sera statistiche sui morti, racconti di persone che non ce l’hanno fatta, ricordi di chi é caduto vittima del coronavirus, immagini di camion militari pieni di bare. Abbiamo imparato a relativizzare le certezze assolute dei cosiddetti esperti, che sapevano tutto ma affermavano l’uno il contrario dell’altro. Grazie a Dio siamo qui a poterla raccontare! Chissà come la racconteranno, quando saranno genitori e nonni, gli scolari rimasti chiusi in casa, lontani dai loro compagni e in ascolto degli insegnanti sul computer, i ragazzi costretti a rimandare il giorno della prima Comunione, i bambini bisognosi di affetto, ma proibiti di abbracciare i nonni. Noi da ragazzi giocavamo ai banditi mettendoci la maschera, loro invece l’hanno subita come una fastidiosa costrizione.
Elogiamo la buona sanità
Abbiamo visto medici e infermieri prodigarsi senza risparmio, mettendo a rischio la propria incolumità, rimanendo vittime sul campo. Mi ha commosso il prete di Gallarate, già medico prima di entrare in Seminario, che non ha esitato a indossare di nuovo il camice per lavorare in sussidio all’Ospedale di Busto. Basta parlare di malasanità ed esaltare “i medici di una volta” per parlar male di quelli di oggi. Sono questi che hanno salvato vite e si sono presi cura della nostra salute. Essa é un bene primario, come diceva già, secoli fa, il filosofo Eraclito di Efeso: ”Quando manca la salute la saggezza non può venire alla luce, la cultura non può manifestarsi, la forza non può dare prova di sé, la ricchezza non può diventare utile, l’intelligenza non può essere messa a frutto”. La recente esperienza insegni a non sprecare la vita con lo sballo, l’alcool, le sgommate spericolate, gli intontimenti del sabato sera.
Rialzarsi e… volare
La ripresa economica dell’industria, del commercio e del turismo, l’organizzazione della scuola, il ritorno al lavoro di molti disoccupati, prevedono tempi lunghi, ma abbiamo fiducia in chi se ne deve occupare. A noi, guariti o incolumi nel corpo, spetta guarire nella visione della vita. Da noi si deve sprigionare un’energia psicologica che ci ricarichi di positività e ottimismo. Dobbiamo aprirci coraggiosamente e aprire la mente a scolari e studenti per incuriosirli delle meraviglie del mondo, della scienza, della poesia, delle bellezze della nostra Italia. Vivere non è trascinare la vita, rosicchiare la vita, strappare la vita. Abbandoniamoci a qualche sogno: vivere é abbandonarsi come i gabbiani all’ebbrezza del vento, assaporare l’ebbrezza della novità e della libertà. Io sogno anche un rilancio spirituale, che superi una visione solo “terrenista” e materialista. Ho l’impressione che in questi ultimi anni siamo andati avanti così rapidamente che ora dobbiamo sostare un attimo, per consentire alle nostre anime… di raggiungerci. Lo tsunami dal quale siamo usciti ci ricorda ciò che diceva Samuel Beckett: ”Il corpo ha i suoi magazzini, l’anima i suoi tesori”.
In foto: Monsignor Claudio Livetti