Sempre più diffusi, specialmente in occasione di festività come il Natale, i regali solidali offrono un’alternativa etica e consapevole ai tradizionali regali di consumo, che a volte rischiano di diventare superflui o inutili.
Un doppio regalo
L’idea alla base dei regali solidali è semplice: destinare il denaro speso per un dono a una causa importante, piuttosto che acquistare un oggetto materiale. Questo tipo di pensiero può prendere molte forme: dalle adozioni simboliche di animali o progetti, alla donazione di beni di prima necessità, fino a prodotti realizzati da artigiani o cooperative sociali che utilizzano il ricavato per sostenere attività benefiche o di inclusione sociale. La scelta di un regalo solidale, quindi, rappresenta una possibilità di fare qualcosa di concreto per chi ne ha bisogno, senza rinunciare al gesto di affetto che il regalo porta con sé.
L’importanza della sensibilizzazione
I vantaggi sono molteplici. Innanzitutto, permettono di fare del bene senza dover rinunciare alla gioia di donare. Inoltre, spesso si tratta di oggetti originali e unici, che non solo hanno un valore simbolico e affettivo, ma portano anche un messaggio di solidarietà e responsabilità. Infine, acquistandoli, si può sensibilizzare amici e familiari su temi importanti come la povertà, l’inclusione sociale, la sostenibilità ambientale e le malattie. Due classici sono adozioni a distanza e bomboniere o gadget creati da associazioni che impiegano persone svantaggiate, come disabili o rifugiati, per il loro confezionamento o produzione.
Sboccia la Casa del Fiore
Di esempi meritori, sul territorio, ce ne sono tanti. Su tutti, ne citiamo uno a favore dei bambini malati, visto i più piccoli sono veri protagonisti del Natale. Come strenna natalizia da regalare ai generosi amici, l’imprenditore, nonché presidente dell’Università Liuc, Riccardo Comerio, ha scelto di dedicare la riedizione aggiornata del suo volume Solciolago alla Casa del Fiore della Fondazione Bianca Garavaglia: un progetto importante, che permetterà ai bambini oncologici di trascorrere un periodo di vacanza a Lesa con le loro famiglie, non lontano dall’Istituto tumori di Milano dove sono in cura. L’iniziativa prenderà vita a Lesa, sul Lago Maggiore, nell’asilo infantile che era stato dedicato oltre un secolo fa dal cavaliere Carlo Davacini al figlio Cesare Eugenio, detto Genietto, scomparso prematuramente. Come ricorda Comerio, si tratta di una storia simile a quella per cui nacque l’associazione, ora Fondazione, intitolata alla piccola bustocca Bianca Garavaglia.
Ci piace pensare che, questo Natale, Genietto e Bianca, da lassù, sorrideranno.