Decine di volontari in acqua, sul lungolago e a bordo di natanti riuniti per recuperare 10 metri cubi di spazzatura dai fondali del borgo di Porto Ceresio. Il tutto grazie all’impegno del gruppo subacqueo varesino GODiving con il supporto di numerose collaborazione, tra cui quelle di Spazzatura Kilometrica dell’associazione ON, con Max Laudadio presente all’evento, Sea Shepherd e del nostro mensile come media partner
“Probabilmente si è trattato della maggiore azione di pulizia dei fondali compiuta nella provincia di Varese”. Così, stanco ma contento, Guidalberto Gagliardi, istruttore del gruppo subacqueo varesino GODiving, riassume l’esito dell’Operazione blu pulito, che a metà aprile ha coinvolto una trentina di sommozzatori tra i 14 e i 60 anni, oltre a due dozzine di volontari terrestri (o, per meglio dire, anfibi) e tre natanti. Tutti impegnati a ripulire i fondali del borgo di Porto Ceresio, che si affaccia sul Lago di Lugano, al confine tra Italia e Svizzera.
Il risultato è stata la raccolta di 10 metri cubi di spazzatura, tra cui un fucile. “L’impatto sulla psiche di chi inquina le acque dolci si spera sia altrettanto forte, anche grazie al gemellaggio con Spazzatura Kilometrica dell’associazione ON, con Max Laudadio presente all’evento, e al supporto di solidi partner”, prosegue Gagliardi: “Innanzitutto, Sea Shepherd Italia, organizzazione no-profit globale da sempre attiva nella conservazione della vita marina anche su mandato delle Nazioni Unite, e AsFoPuCe, associazione svizzera che da 20 anni realizza iniziative di pulizia del Ceresio”. Interessante anche l’apporto del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) che, con i ricercatori dell’Ise (Istituto per lo Studio degli Ecosistemi), ha colto l’occasione per raccogliere campioni dal lago di Lugano e per divulgare la propria attività di studio della limnologia.
“Da segnalare la presenza di numerosi gruppi di sub che, dimenticando qualsiasi spirito competitivo, hanno abbracciato il progetto coinvolgendo propri istruttori, guide e sommozzatori nel comune intento di ripulire lo scrigno di bellezza del golfo di Porto Ceresio”, incalza Gagliardi, prendendo a prestito la definizione dall’amico Pino Faré.
Il pranzo vegano, reso possibile dall’adesione di una decina di ristoratori ceresini, è stato un curioso corollario della giornata.
Ora il traguardo non è fissato nella prossima edizione dell’evento. Per i promotori l’obiettivo in divenire è, infatti, lo sviluppo di una maggiore consapevolezza verso la fragilità degli ecosistemi lacustri. Nonché l’emergere di una coscienza critica che additi come incivili i comportamenti di chi inquina con rifiuti solidi – gli unici su cui Blu Pulito può intervenire, peraltro marginalmente -, liquidi o gassosi. “Non è un tema ideologico o una contrapposizione politica, bensì soltanto una questione di sopravvivenza”, conclude Gagliardi: “Senza acqua dolce piante e animali terrestri, uomini inclusi, non possono esistere”. Questo dunque il messaggio lanciato da GODiving e riecheggiato dagli esperti Daniel Ponti, Michele di Leo, Nicoletta Riccardi, Claudio di Manao e dal sindaco, Jenny Santi, durante il convegno “Laghi e mari: conoscerli, tutelarli” che si è svolto alla biblioteca di Porto come prequel della giornata del Blu Pulito.
Quindi, se da una parte c’è grande soddisfazione per la partecipazione diretta e il lavoro svolto, dall’altra ai volontari rimane la preoccupazione che il messaggio sia realmente arrivato a chi deve evitare di inquinare.