Monsignor Claudio Livetti, già prevosto di Busto Arsizio, analizza la figura della donna nella Chiesa oggi, dal Concilio Vaticano II alla commissione istituita da Papa Francesco per studiare la possibilità di reintrodurre le diaconesse
di monsignor Claudio Livetti
Al termine del Concilio Vaticano II (1962-1965), celebrato dalla Chiesa cattolica per guardare dentro se stessa e per dialogare con le altre fedi e col mondo, San Paolo VI inviò alle donne questo ispirato messaggio: “La Chiesa è fiera di aver esaltato e liberato la donna, facendo risplendere la sua uguaglianza sostanziale con l’uomo. Ma è venuta l’ora in cui la vocazione della donna si completa in pienezza, l’ora in cui la donna acquista nella società un’influenza, un irradiamento, un potere mai raggiunto”. Lo Spirito Santo, il Maestro delle lente maturazioni, deve aver suggerito queste parole a Papa Montini. Dopo il Concilio le donne sono presenti attivamente nelle più importanti attività della vita ecclesiale.
Parola e catechesi
La catechesi parrocchiale è svolta molto più da catechiste che da catechisti e non soltanto per preparare i ragazzi alla Cresima e alla Comunione, ma anche i giovani al Matrimonio e le puerpere al Battesimo dei bambini. Molte professoresse insegnano religione nei licei. Nel nostro Seminario teologico di Venegono l’insegnante di Patrologia è una donna, e perfino alla Gregoriana e nelle facoltà ecclesiastiche romane sono presenti donne bibliste, teologhe, patrologhe, storiche della Chiesa.
Liturgia e preghiera
I cori liturgici vedono molte direttrici e il canto dell’assemblea è spesso diretto e sostenuto da voci guida femminili. La proclamazione della Parola di Dio è svolta più dalle lettrici che dai lettori. Alcune donne, sia religiose sia laiche, sono Ministre Straordinarie della Comunione Eucaristica: la distribuiscono con i Sacerdoti durante la Messa e la portano nelle case agli ammalati. Negli ultimi anni sono comparse sull’altare anche le “Chierichette”: più carine, più composte e più fedeli dei maschi nel loro turno di servizio. Nelle Missioni e in piccoli centri di montagna operano le “Animatrici di Comunità”, chiamate impropriamente “Suore Parroco”, perché suppliscono tutte le funzioni, eccetto celebrare la Messa e confessare.
Testimonianza e carità
Si cita frequentemente Madre Teresa di Calcutta, ma ci sono molte donne umilissime e sconosciute, consacrate ma anche laiche, che hanno dato vita e sostengono iniziative caritative che rivelano la predilezione di Cristo per tutte le forme di povertà antiche e nuove. La carità è una, ma pluriforme e trova una risposta generosissima soprattutto grazie al genio femminile.
Funzioni di governo
Qualche anno fa mi recai in Vaticano per un problema di competenza del Dicastero dei Religiosi e della vita consacrata. Non chiesi udienza al Cardinale Prefetto e nemmeno al Vescovo Segretario: mi bastava il Sottosegretario. Per risolvere la mia questione mi trovai non un compassato prelato, ma una suora vivace e attentissima: Suor Enrica Rosanna, bustocca DOC, Figlia di Maria Ausiliatrice, già Preside di Facoltà Pedagogica. Uscendo da quel colloquio ho benedetto la predizione profetica di Paolo VI sul ruolo della donna.
Si sente parlare di Sacerdozio femminile. Papa Francesco ha istituito una Commissione per studiare la possibilità di reintrodurre le Diaconesse: già l’Apostolo San Paolo parlava di una Diaconessa di Cencre, di nome Febe. Nella Chiesa anglicana sono comparse le figure di Donna-Prete e di Donna-Vescovo. Non credo che questo sia pensabile nella Chiesa cattolica.
In foto: monsignor Claudio Livetti