Se da un lato la pandemia ha relegato nell’ombra la questione femminile, dall’altra l’ha resa ancora piĆ¹ evidente. Ne parliamo con tre signore esperte in materia e con background culturali molto differenti
di Chiara Milani
Sono tra le vittime dimenticate del Coronavirus. Stiamo parlando di molte donne: quelle che durante il lockdown sono state di fatto rinchiuse in casa col loro aguzzino, quelle che stanno soffrendo sul lavoro a causa della prolungata chiusura di scuole e asili e quelle che, nonostante le proprie competenze, non sono state prese in considerazione per fronteggiare l’emergenza.
Per dare loro voce, abbiamo interpellato tre signore di altrettanti diversi angoli del mondo esperte di leadership, diritti, comunicazione, educazione.
La realtĆ familiare italiana e la ricchezza del āsistema integratoā
Dall’America la virologa Ilaria Capua aveva addirittura avanzato l’ipotesi di far tornare prima al lavoro l’universo femminile, che sembra piĆ¹ resistente al Covid-19. āCome non dire che l’idea di queste amazzoni che combattono contro il virus, perchĆ© piĆ¹ forti, ci prende il cuore?ā, commenta Paola Biavaschi, docente dell’UniversitĆ dell’Insubria, dove ĆØ direttrice scientifica del progetto Ced (Comunicazione educazione e diritto), che da anni promuove iniziative formative contro gliĀ stereotipi di genere e per la paritĆ in tutti i settori. L’esperta perĆ² puntualizza: āBisogna pensare che, a differenza che negli Stati Uniti, la nostra vita familiare ĆØ molto diversa, cioĆØ noi viviamo piĆ¹ stretta interconnessione conĀ persone che appartengono alla classe di etĆ diverse dalla nostra, dai figli ai genitori anziani. Si sarebbe allora dovuto veramente valutare caso per caso e andare a vedere quali fossero le donne che potevano poi rientrare a casa in sicurezzaā.Ā
Quanto al coinvolgimento femminile nelle istituzioni italiane, ābisogna pensare che la donna porta con sĆ© una ricchezza speciale, laĀ ricchezza di colei che di solito vive una visione completa del mondo lavorativo e del mondo familiareā, aggiunge Biavaschi: āQuesto sistema integrato ĆØ ciĆ² che le donne possono offrire come proposta in modo assolutamente specifico ed ĆØ unico. Anche per risolvere questioni inerenti le mamme e la didattica distanza, che questa ĆØ veramente la grande sfida del domani, perchĆ© se cosƬ dovrĆ essere, dovrĆ essere qualcosa che funziona davvero e non per poche oreā.
Dal Libano corsi di cittadinanza attiva e responsabilitĆ sociale
Sempre per riflettere sulla tematica femminile, abbiamo anche voluto gettare lo sguardo anche oltre i nostri confini, soffermandolo in due contesti molto diversi dal nostro: il Medio Oriente e l’Oceania.
Prima tappa, dunque, il Libano, che attraversa da tempo molta instabilitĆ politica. Ora il Coronavirus si ĆØ aggiunto a una gravissima crisi economica, con la dichiarazione di default da parte dello Stato lo scorso marzo. Un contesto difficile per tutti e in cui non ĆØ dunque difficile aspettarsi che le donne non se la passino particolarmente bene.Ā Ne abbiamo parlato con Rania Haddad, dirigente del Centro medico dell’UniversitĆ americana e formatrice internazionale. āPure in Libano il carico di lavoro delle donne con bambini ĆØ stato decisamente piĆ¹ pesante durante il lockdownā, ci ha confermato. E anche lƬ, peraltro, in quarantena ĆØ aumentata la piaga delle aggressioni tra le mura di casa. āIl segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha affermato che in tutto il mondo si ĆØ verificata un’orribile ondata globale di violenza domestica, poichĆ© la paura del coronavirus ĆØ cresciuta assieme alle sue conseguenze sociali ed economicheā, commenta a proposito la nostra interlocutrice: āLa situazione qui ĆØ simile e l’Ong libanese chiamata Abaad, che affronta proprio il tema dell’uguaglianza di genere, ha affermato che il numero di richieste di soccorso che ha ricevuto quest’anno ĆØ il doppio di quello ricevuto durante l’anno scorso. Inoltre, le nostre forze dell’ordine hanno lanciato un apposito numero verdeā. Proprio, seppur non soltanto, per mitigare queste conseguenze, Haddad tiene soprattutto in Africa, Asia e Medio Oriente corsi di formazione sulla cittadinanza attiva e la responsabilitĆ sociale. āSƬ, mi concentro su 4 aree in cui lavorare per ridurre l’impatto della pandemia: quella economica, della salute mentale, di quella fisica e proprio la violenza domesticaā, ci spiega, concludendo: āIncoraggio a sostenere le piccole e medie imprese e l’imprenditorialitĆ , promuovere il benessere fisico e psicologico delle persone, oltre a combattere le aggressioni tra le mura di casa, che traumatizzano anche i bambini che ne sono testimoniā.
Agli antipodi dell’Italia, il Paradiso delle donne
Dall’altra parte del mondo, esiste una sorta di Paradiso in rosa. Stiamo parlando della Nuova Zelanda, che ĆØ stata la prima nazione al mondo a dare il voto alle donne e dove, attualmente, non soltanto il primo ministro ĆØ la piĆ¹ giovane lady mai eletta a capo di un governo al mondo, ma anche il Governatore generale (che rappresenta la Regina, essendo un Paese del Commonwealth) e il Capo di giustizia sono di genere femminile. Ne abbiamo parlato con la neozelandese Karyn Fenton-Ellis, per 26 anni conduttrice televisiva e radiofonica, premiata nel 2014 dalla regina Elisabetta per il servizio reso al suo Paese e alla comunitĆ internazionale, visto che in passato ha anche presieduto l’Organizzazione non governativa JCI (Junior Chamber International).Ā
Le facciamo notare che, secondo Forbes, molte delle nazioni che sembrano affrontare meglio la crisi legata al Coronavirus – ad esempio Islanda, Finlandia, Norvegia, Danimarca, oltre alla Nuova Zelanda ā sono a guida rosa.Ā āSecondo me ciĆ² ĆØ legato piĆ¹ alla personalitĆ di chi governa che al loro genereā, commenta l’esperta di comunicazione, che perĆ² aggiunge: āAbbiamo bisogno di leader con grandi menti analitiche e capacitĆ di risolvere dei problemi, ma anche con un tocco di umanitĆ , empatia, capaci di stabilire connessioni. Ora, la domanda ĆØ: le donne hanno un vantaggio in questo campo? Diciamo che noi conosciamo l’importanza di nutrire le persone, sviluppando i loro punti di forza e rispettando le loro opinioni. Le donne sono grandi risolutrici di problemi, spinte dal desiderio di superare gli ostacoli. Affrontiamo anche le crisi nelle nostre famiglie con compassione e pazienza e questi attributi sono estremamente rilevanti per una leadership di forte impattoā. Infine, ma non ultimo, Fenton-Ellis conclude: āLa veritĆ ĆØ che molte donne leader hanno dovuto lavorare di piĆ¹ per dimostrare il loro valore e quindi sono altamente resilienti e inclusiveā. In questo, come si suol dire, ĆØ – ahinoi – proprio vero che ātutto il mondo ĆØ paeseā.
in foto: xxx