Che giungla!

di Andrea Mallamo

Il floral designer gallaratese Marco Introini ci racconta gli stili emergenti per arredare interni ed esterni con piante, fiori e arbusti: “Una volta c’erano  poche varietà, ora sbocciano  tante novità”

di Marco D. Introini

 

L’arte floreale, e in generale l’arredo verde, da alcuni anni vive di trend allo stesso modo del fashion. Così, se una volta le varietà commerciali di piante e fiori erano molto limitate, adesso è un continuo emergere di nuove varietà, nuovi colori, nuove selezioni botaniche, che arrivano a dare movimento ad un mercato che ancora stenta a risalire la china. Nelle principali fiere olandesi e tedesche si assiste perciò ad una corsa perenne nel proporre novità che poi influenzeranno anche lo stile delle nostre case.

Il ritorno degli Settanta e Ottanta

Indubbiamente il 2019 è stato contrassegnato sin dall’inizio dal consolidamento dello stile Jungle, che vede un ritorno in grande spolvero di piante che, se negli anni Settanta e Ottanta erano comunissime, poi sono diventate col tempo un po’ scontate e banali.
Ed ecco quindi il ritorno delle monstere con le loro grandissime foglie i ficus Lyrata, il falangio, seguiti a ruota da felci e asplenium, come a segnare la volontà di voler avere in casa un pezzo di giungla tropicale. E a dar loro man forte poi tillandise e orchidee, in generale l’orientamento verso piante epifite, che sono tutte quelle specie che vivono su altre, non crescono sul terreno ma vivono prevalentemente sui tronchi o sui rami degli alberi, soprattutto nelle foreste tropicali e subtropicali. Un momento di grande popolarità poi lo stanno vivendo anche le bromeliacee, un po’ per la loro facile cura, un po’ perchè sono di grande effetto e i fiori durano a lungo.

In casa basta fronzoli

Anche il modo di presentare le piante è cambiato molto nel tempo: se prima era quasi scontato posizionarle in cesti o ceramiche, adesso la tendenza è per il vetro, il corten, i vasi in resina, tutti lavorati in forme molto semplici e lineari, facili da ambientare nelle case moderne, che sono sempre meno cariche di fronzoli, a differenza che in passato.

Lo stile “botanico”, inno alla leggerezza

Nell’arte floreale invece si assiste a un ritorno alla leggerezza, dopo anni di composizioni con grandi masse e quantità di fiori. Il trend ormai è orientato sullo stile “botanico”, molto più nordico e basato su composizioni ricche di trasparenze, con un grande uso di rami (non necessariamente fioriti) fiori con corolle piccole e molte greenery, ovvero erbe ed essenze anche aromatiche. Fra l’altro questo trend ben si presta alla realizzazione di mazzi di grandi dimensioni, facilitando quindi la durata dei fiori, perché non dimentichiamo che il fiore dura molto di più reciso e con gli steli immersi nell’acqua, piuttosto che lavorato con la spugna.

Meno spugne, più green

Anche il limitare l’uso dei supporti fenolici nella lavorazione del fiore va nella direzione di un approccio più green e di una migliore sensibilità nei confronti della natura.

Toni accessi per scaldare la stagione fredda

Riguardo alle essenze da giardino, la moda da qualche tempo si orienta su piante che colorino il giardino anche d’inverno dandogli una vera personalità, ma anche su varietà di conifere dai colori accesi, oppure arbusti come il cornus alba dai rami rosso fuoco, l’hamamelis mollis dai fiori giallo oro, o la Camelia Sasanqua (quella, per intenderci, a fioritura invernale).

Belli e… buoni per la fauna
Legato anche al tema della biodiversità, poi c’è tutto il mondo degli arbusti che hanno bacche quali il Viburnum tinus, il sinforicarpo, la piracanta, la nandina, il corbezzolo, l’agrifoglio, le rose e altre varietà che, oltre a soddisfare l’aspetto estetico, rappresentano un nutrimento per la fauna autoctona.

Winter mood
Da sempre poi le fioriture invernali nei nostri giardini sono tradizionalmente affidate alle eriche, alle viole e alle spettacolari brassiche, anche se da qualche anno è tornato vivacemente alla ribalta l’elleboro, di cui esistono varietà bellissime, che lo rendono il vero protagonista dell’inverno.

In foto: L’elleboro

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