Benvenute a Varese

di Milani

Mercoledì 13 dicembre a Ville Ponti si terrà il mercatino di Natale a favore della Fondazione Renato Piatti. Una delle tante attività promosse dal Club che raduna 133 donne di 25 nazioni, accomunate dal fatto di vivere a Varese. Ecco come descrivono la città che le ospita: complimenti e consigli per il territorio

di Chiara Milani

“Feel at home in Varese”. Ossia, sentirsi a casa a Varese. Da oltre trent’anni è questa la mission del Benvenuto Club varesino, l’associazione internazionale che oggi raggruppa 133 donne da oltre 25 nazioni che comunicano in cinque lingue. Oltre all’inglese, il francese, il tedesco, lo spagnolo e l’italiano del Paese ospitante.

 

Una ricchezza culturale, ma anche artigianale ed enogastronomica, che tutti potranno assaporare il 13 dicembre al Christmas Bazaar in aiuto alla Fondazione Renato Piatti. L’associazione è infatti impegnata nella raccolta fondi per l’acquisto di strumenti nell’ambito del progetto di stimolazione multisensoriale a favore dei bambini del centro “La Nuova Brunella”, affetti da autismo.

 

La “charity”, cioè la beneficenza, è del resto una delle attività del gruppo. Circolo che si ritroverà per il mercatino di Natale dalle 10 alle 14, con entrata gratuita, nella splendida cornice delle Ville Ponti. Del resto, questa è la sede del loro tradizionale caffè, il secondo mercoledì di ogni mese. L’appuntamento natalizio, aperto a tutti, potrebbe essere ora l’occasione di conoscerle per altre donne. Pure – perché no? – italiane. L’importante è che siano “like-minded women”, ossia con la stessa mentalità internazionale, come sottolinea in inglese Pernille Henriksen, danese, editor della newsletter associativa “Voice of Varese”.  

 

“In passato eravamo di più, anche 200, grazie a grandi multinazionali presenti sul territorio, che una volta avevano un maggior numero di lavoratori stranieri”, aggiunge la presidente Janet Balducci, londinese di nascita, ma trapiantata in Italia da quarant’anni. Tanto da parlare in italiano. Una conoscenza linguistica che non tutte le associate hanno. Non importa, però: in questo circolo ognuna è, appunto, benvenuta. Si tratta di mogli, madri, casalinghe, lavoratrici dai 19 agli oltre 80 anni. Accomunate dagli stessi interessi: la voglia d’incontrare e creare contatti con altre persone che, come loro, amano la cultura, la solidarietà e le attività di gruppo. Donne straniere spesso innamorate di Varese – “such a beautiful place” – ancor più delle varesine. Perché guardano questo territorio con gli occhi di chi lo scopre per la prima volta e sa per esperienza personale che, nella realtà dei fatto, l’erba del vicino non è sempre più verde.

 

Già, proprio la natura è una delle caratteristiche della zona che le signore del Benvenuto Club ammirano di più. Una bellezza paesaggistica che si coniuga con altri punti di forte attrattività per chi viene da fuori, come la scuola europea per i propri figli. Donne che, ci assicurano le nostre interlocutrici, vedono pian piano nella Città Giardino fiorire una mentalità più aperta. “Per esempio, una volta i negozi erano sempre chiusi la domenica. Ora per fortuna non è più così”, ci spiegano Henriksen e Balducci, che come le altre socie accolgono spesso qui amici dall’estero, abituati a un contesto internazionale: “Certo, resta il problema del blocked Monday, ovvero il lunedì con la chiusura di attività commerciali e musei. Vede, chi viene qui fa il long weekend, da venerdì a lunedì, e l’ultimo giorno non si sa che fargli fare”. Senza contare che “in altri Paesi il biglietto del bus si può pagare sul mezzo, perché a volte qui non si sa dove andarlo a trovare”. Se poi, anziché un turista, si è un abitante, rispetto ad altre nazioni scarseggiano per esempio i “luoghi di ritrovo per mamme con bambini piccoli”.

 

Un punto di vista interessante, da tenere in considerazione. Anche perché queste donne sono davvero e potrebbero essere ancora di più delle ambasciatrici di Varese nel mondo. Per portare qui turisti. Ma anche per suggerire ad altri connazionali di fare la loro stessa scelta di vita e dunque venire addirittura a vivere da queste parti. Nuovi cittadini a cui loro sono pronte, per l’appunto, a dare il benvenuto.  

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