L’ultra nonagenario monsignor Claudio Livetti, già prevosto di Busto Arsizio, analizza i mutamenti avvenuti a vari livelli
di monsignor Claudio Livetti
Società
Non mi soffermo su un campo che non è mio, ma denuncio una sofferenza generalizzata, sia a livello nazionale, sia mondiale. Sono venute sempre meno certe figure di statisti, che pensavano alle generazioni future, soppiantate da politicanti di basso livello che pensano sempre alle votazioni prossime, in una perenne ingannevole campagna elettorale. La storia non è stata maestra della vita: non si è imparato niente dalla pandemia, dalla crisi economica ed energetica, dai cambiamenti climatici. L’economia ha dominato sulla politica, la finanza si impone all’economia, la prepotenza militare e l’orgoglio nazionale si impone sulla autonomia dei popoli. Non dimentichiamo che stiamo vivendo una guerra che lascerà conseguenze nefaste. C’è stata una liberazione storica dal nazifascismo, con la fine della Seconda guerra mondiale, ma non si è stati capaci di valorizzare la libertà con una vera partecipazione alla vita democratica. Ci si è chiusi nei propri interessi ed è diventata sempre più lontana, da parte dei responsabili, la volontà di accordarsi in vista del bene comune. Basterebbe poco per andare d’accordo. Non servono le stesse idee; serve lo stesso rispetto. Ma non lo vediamo, anzi vediamo molto sospetto e, appena possibile, qualche clamoroso dispetto.
Famiglia
Le ragazze di una volta cucinavano come la nonna; le ragazze d’oggi bevono e fumano come i nonni. I ragazzi d’oggi, con in mano diplomi poco accreditati, subiscono un presente ostile e precario e vedono un futuro senza sicurezza e lavoro, che permetta loro di fare una famiglia: preferiscono la scelta della convivenza senza assumere impegni matrimoniali. Nelle pareti domestiche si annida un male nascosto anche tra gli adulti: la pandemia, la scarsità di danaro, la difficoltà di un lavoro adeguato per una donna che ha o vuole avere figli ingenerano malessere e fanno aumentare lo spettro della denatalità. La cosiddetta scienza ha soppiantato la natura: accanto alla coppia tradizionale di un uomo e una donna con figli, di cui si dice: “Hanno bisogno del padre e della madre” c’è oggi la coppia omosessuale con figli, di cui si dice: “I bambini hanno bisogno di affetto”. Non si contano le uccisioni di coniugi e figli, la soppressione di genitori anziani, i fenomeni di bullismo adolescenziale e criminalità precoce. Alle porte bussa la cultura gender. Non è possibile un confronto con le famiglie tradizionali di fine Novecento.
Chiesa
Da diversi decenni soffia il vento gelido della secolarizzazione. Nessuno di noi può indirizzare il vento, però abbiamo il potere e speriamo la capacità di orientare le vele. È innegabile un certo disorientamento nel clero, ché si trova sprovvisto a questo nuovo compito e che si vede indebolito nella stima popolare dai tristi scandali economici e sessuali. È triste vedere i Seminari che si svuotano. Già il cardinal Giacomo Biffi diceva di essere più preoccupato dei praticanti non credenti che dei credenti non praticanti. Adesso i praticanti sono ulteriormente diminuiti. Quasi tutti i ragazzi ricevono Battesimo, Eucarestia e Cresima, ma purtroppo la Cresima, invece di essere il Sacramento dell’apostolato, è diventato il Sacramento dell’apostasia, cioè di un pratico abbandono. Non mi sento di dire che sono aumentati gli atei: per me questa è una parola troppo grande per essere pronunciata. È una questione di Dio e della coscienza di ciascuno, in cui non è possibile leggere. Però è innegabile che le chiese sono semivuote. Una parte l’ha fatta certamente la pandemia, proibendo gli incontri liturgici e imponendo limiti di mascherine e lontananze. Alcuni, anche anziani, hanno trovato più comoda la partecipazione a distanza e stentano a riprendere l’osservanza tradizionale. Ma non va tutto male. Si può intravvedere un segnale positivo: dai tempi di Costantino e Teodosio la religione era un fatto generalizzato e tradizionale. Ora diventerà una scelta personale. Meglio pochi convinti che un gregge intruppato senza una profonda convinzione personale.