“Dovremmo riappropriarci in maniera più consapevole del nostro ambiente, creando città più ludiche”. Ne è più che mai convinto Luca Borsa, game designer bustocco classe 1962, “nato” come ingegnere civile, che cura per VareseMese la rubrica Mondo Bimbi. Già speaker a TEDx, ora è anche stato nominato portavoce della filiale italiana della Saz (Spiele autoren zunft), associazione degli autori di giochi
Il gioco non ha età. Nel senso che fa bene in ogni fase della vita. Però anche il modo di giocare cambia, a partire dalla “rivoluzione digitale” fino alle nuove tendenze dettate da un lato dall’emergenza pandemica e dall’altro dalla rinnovata sensibilità ambientale. Per orientarci in questo mondo in evoluzione, abbiamo chiesto di farci da bussola al nostro opinionista Luca Borsa, game designer bustocco e neo portavoce dell’associazione degli autori di giochi Saz (Spiele autoren zunft) Italia, che dopo tante interviste fatte torna nei panni di intervistato.
Quanto sta accadendo nel mondo negli ultimi 2 anni ha cambiato anche il lavoro di chi crea i giochi da tavolo?
Purtroppo molto è cambiato. Il mondo del gioco da tavolo vive di presenza, di fisicità, di relazioni: la pandemia ha quasi azzerato le possibilità di incontrarsi. Il solo presentare un nuovo prototipo alle aziende, cosa che si faceva live durante eventi e fiere, è ora più complicato: fare una presentazione on line significa una diversa preparazione, spesso bisogna creare un contenuto video o comunque dotarsi di più di una telecamera. Inoltre, la mancanza di materie prime ha dilatato i tempi di consegne e quindi quelli di uscita di un gioco si sono allungati e qualche volta (ci è purtroppo successo) addirittura cancellati.
Sul numero precedente della nostra rivista, ha sottolineato come i problemi legati alle materie prime abbiano avuto ripercussioni pure nell’ambito di giochi e giocattoli in occasione del Natale appena passato. Che cosa dobbiamo aspettarci in futuro nel settore?
Il settore ha appunto subito un forte rallentamento, soprattutto sui nuovi prodotti. Ciò che si può prevedere è il ritorno a una localizzazione delle produzioni, probabilmente con meno articoli sul mercato e sicuramente un’attenzione maggiore alla sostenibilità, ma anche un incremento dei prezzi.
Cambia il contesto, ma la voglia e il modo di giocare dei bambini restano sempre gli stessi?
Si, assolutamente. I bambini hanno bisogno di giocare, infatti imparano attraverso il canale ludico. E’ chiaro che i modi che hanno di giocare possono cambiare: pensiamo quanto il digitale sia presente oggi nel gioco. Siamo noi adulti che dobbiamo pensare quando progettiamo un gioco che stiamo creando un mezzo con cui il bambino si può relazione, interagire e divertirsi e dobbiamo farlo nel miglior modo possibile. Dobbiamo cercare di non uccidere la loro fantasia, ma stimolarla, e questo vale soprattutto quando si sviluppano prodotti digitali. I bambini poi sono bravissimi nel creare mondi immaginari e giocare. Noi dobbiamo solo accompagnarli, magari mostrando loro più opportunità, non ultimo quella di farli annoiare: la noia infatti è il motore per inventarsi sempre qualcosa di nuovo.
Oltre a creare i board games, lei si occupa anche di divulgazione ludica, formazione esperienziale, gamification e piani gioco territoriali. In che modo il rapporto con l’ambiente, che tanto si sta riscoprendo anche per via della pandemia in corso, è importante pure in questi settori?
La qualità della vita è in relazione anche all’ambiente in cui viviamo e credo che dovremmo riappropriarci in maniera più consapevole del nostro ambiente: abbiamo forse creato troppi “non luoghi “, posti che possiamo solo attraversare ma non vivere. Creare ambienti a misura di “gioco” credo sia fondamentale e non parlo soltanto del parchetto sotto casa: credo che le città debbano diventare più ludiche e il gioco possa essere protagonista, inserendo nelle attività ludiche anche tutte le attività sportive, dai percorsi vita alle palestre all’aperto. Gli spazi vanno perciò ripensati per essere fruibili non soltanto dai bambini: bisogna far giocare anche gli adulti.
In foto: Luca Borsa che gioca con i bimbi a un board games ispirato alle api che ha inventato