Luca Borsa, game designer bustocco, illustra tanti modi diversi in cui il mondo dei giochi da tavolo ha preso ispirazione da quello del tessile
“Chi non ha mai giocato con tessuti o lenzuoli, anche solo per trasformarsi in un fantasma?”
di Luca Borsa
Sono nato in una città che un tempo era conosciuta anche come la Manchester d’Italia, perché il tessile è nel suo Dna: nei primi del Novecento, infatti, Busto Arsizio era un bosco di ciminiere ed in ogni dove si sentiva il rumore assordante dei telai che viaggiavano ad alta velocità per produrre tessuti di ogni tipo.
Il mio bisnonno Antonio possedeva una fabbrica di accessori per tessitura e i ricordi da bambino mi portano ai pomeriggi passati a casa di mio nonno Attilio a giocare con navette e pettini, che dei telai erano i pezzi più delicati.
Fonte d’ispirazione
Ma anche al giorno d’oggi, chi non ha mai giocato con stoffe o lenzuoli, pure soltanto giusto per trasformarsi in un fantasma?
Il mondo del gioco da tavolo non poteva quindi esimersi dal trovare fonte di ispirazione da un mondo come quello dei tessuti, così vario e variopinto. Sono dunque centinaia i giochi che utilizzano come risorsa, tra le tante, questo prodotto: chi come merce di scambio, chi come risorsa da trasformare in abiti – come nel gioco di carte di Oh My Goods del geniale autore tedesco Alexander Pfister, che con un semplice meccanismo ci porta nelle botteghe medievali – o chi lo ha utilizzato come materiale di gioco, come il coreano Yohan Goh, che nel suo gioco Fold-it fa usare ai giocatori un vero pezzo di panno che dovranno piegare per far comparire la giusta ricetta. Anche in Marrakech del francese Dominique Ehrhard, meravigliosi mini-tappeti colorati sono i componenti di un gioco dove ogni giocatore assume il ruolo di un venditore che cerca di superare in astuzia la concorrenza.
Titoli a tema
Oppure i tessuti possono essere il tema del gioco: ne è un esempio Silk Road, la via della seta del duo Ted Cheatham e Bruno Faidutti: un gioco “prendi e consegna”, in cui tutti i giocatori si trovano nella stessa carovana che va da est a ovest, dalla Cina all’Europa e ogni giocatore cerca di far passare la carovana attraverso le città che gli si addicono meglio, per fare i migliori affari con i commercianti locali e alla fine essere il più ricco.
L’argomento è ben presente anche in Patchwork del prolifico Uwe Rosenberg, un divertente e veloce gioco per due giocatori in cui dovrete cercare di riservarvi le stoffe migliori e combinarle a regola d’arte per una trapunta finemente cucita: pianificando attentamente le mosse, si realizzerà appunto uno stupendo mosaico di stoffa, pieno zeppo di bottoni.
Trame di famiglia
In ultimo, un gioco dai 7 anni in su che vi affascinerà sia per la parte delle meccaniche sia per quella narrativa: si tratta di Fiabe di stoffa di Jerry Hawthorne, un geniale gioco cooperativo, di narrazione e avventura adatto a famiglie così come a gruppi di adulti. I giocatori vestiranno i panni dei coraggiosi stoffini, pupazzi di stoffa pronti a fare ogni cosa pur di salvare la bambina che amano da un malvagio tiranno. Tutte le azioni si svolgono sulle pagine dell’esclusivo Libro delle Storie, che fornisce le regole di volta in volta, guida alla storia e fa da tabellone di gioco. Infatti il gioco offre una serie di emozionanti avventure narrative il cui svolgimento è determinato dalle scelte dei partecipanti. I giocatori esplorano un mondo pieno di pericoli e meraviglie, sbloccando scoperte uniche mentre interagiscono con la trama.
Come tessere avventure in scatola
Quindi, niente scuse: come un buon vestito anche un buon gioco può essere “cucito” su misura per il gusto di ogni giocatore.