Arte & tecnologia a scuola

di Andrea Mallamo

Marco Crepaldi, milanese giĆ  direttore organizzativo del Busto Arsizio Film Festival e amministratore delegato della Fondazione Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni, si occupa di cultura audiovisiva, di progettazione e di innovazione rivolta alla gestione e valorizzazione del patrimonio artistico culturale ed ĆØ responsabile della Didattica Progetto Artec

di Luca Borsa

Volto noto nel panorama della cultura a Busto Arsizio e in Provincia di Varese, Marco Crepaldi Ć© lā€™ideatore di una nuova piattaforma digitale rivolta alle scuole di ogni ordine e grado. Uno strumento, di cui ha parlato anche Il Corriere della Sera, realizzato con lā€™obiettivo di produrre e fornire moduli didattici legati al patrimonio culturale, attraverso la messa a sistema di video-lezioni e materiali di approfondimento.

Marco viviamo in un Paese pervaso di cultura in ogni suo angolo, quanto ĆØ importante quindi insegnarla e veicolarla partendo proprio dai bambini?

Le nuove generazioni sono il futuro di questo Paese, che come dici tu ĆØ universalmente riconosciuto come culla di civiltĆ  e cultura. Diventa quindi un dovere trasmettere questo nostro patrimonio partendo proprio dai bambini. Fondamentale, perciĆ², diventano anche la ricerca e lā€™uso di strumenti innovativi, che vengano utilizzati non soltanto per farli sperimentare, bensƬ proprio per immergerli nella cultura, che non ĆØ soltanto arte o cinema oppure letteratura, ma pure scienza, tecnologia e tanto altro.

Diventa perciĆ² essenziale un approccio diverso, venendo tra lā€™altro da un periodo pandemico che ha sicuramente accelerato alcuni processi legati proprio allā€™innovazione digitale?

La pandemia ha generato sicuramente un incremento di utilizzo di tecnologia e ha portato anche nel mondo della cultura il bisogno di un impiego di soluzioni digitali che supportassero le attivitĆ  appunto dei musei, delle fondazioni, di tutti quelli che veicolano cultura. Ɖ il come farlo e con quale linguaggio che fanno la differenza. Infatti, il contenuto da veicolare, se poi parliamo di fare didattica, non puĆ² prescindere dal cercare di trovare il modo coerente di raccontare per esempio lā€™arte attraverso informazione, intrattenimento e valorizzazione.

Servirsi di contenuti digitali non significa per esempio sostituirsi alle esperienze in presenza, ma avere contenuti che si possono utilizzare a distanza, in autonomia, e che sono stati realizzati per essere una valorizzazione e un supporto a unā€™eventuale partecipazione in presenza.

Quindi, tu come vedi il bisogno di didattica, da parte dei musei, degli operatori del settore ma anche degli insegnanti, attraverso nuove piattaforme digitali o le attivitĆ  crossmediali?

Sicuramente la Didattica a distanza ha portato alla luce un bisogno nuovo, che si ĆØ esteso anche alle attivitĆ  culturali. I docenti sono di certo piĆ¹ evoluti nellā€™utilizzo di strumenti multimediali e quindi propensi al loro utilizzo per fare didattica,. Dallā€™altra parte, perĆ², servono contenuti che non vadano a sovrapporsi o sostituire una visita dal vivo, ma siano un modo nuovo multidisciplinare di rapportarsi con gli studenti.

In foto: Marco Crepaldi

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