La reputazione di un territorio è data da tanti fattori. Tra questi, uno chiave per il suo sviluppo è la fama delle sue università: la loro capacità di contribuire all’innovazione, fare opinione e di attrarre talenti. Per la regione di Milano ci sono ottime notizie
a cura della redazione
Prima tra i motori d’Europa per qualità e reputazione delle principali facoltà universitarie, aumentando di un terzo, rispetto a tre anni prima, la densità di articoli scientifici più citati a livello globale. Sono ottime notizie sul piano accademico, quelle relative alla regione di Milano che si leggono nel report 2019 dell’Osservatorio che da 3 anni misura l’attrattività e la competitività del capoluogo lombardo nel confronto internazionale.
Cresce il dinamismo nella ricerca scientifica accademica
Quella che viene tratteggiata dai dati raccolti è una città che ha “investito fortemente sul suo ruolo di hub dinamico e plurale di ricerca, di innovazione e di creatività, inserendosi nella knowledge economy a livello internazionale attraverso un ecosistema locale che integra istruzione e ricerca, così come imprese e istituzioni”. Secondo l’Osservatorio Milano, dunque, la metropoli meneghina confermata la propria reputazione anche come città di università. A questo proposito, si legge sempre nel documento, “è pur vero che a livello globale il punteggio di 0,87 la lascia al di sotto della media dei benchmark e sopra solo a Chicago (0,85), però rimane un dato stabile e il gap è tutto sommato non eccessivamente ampio nel confronto con città universitarie del calibro di New York (0,97), Parigi (1,09) e Londra (1,13)”.
Pochi Erc grant e studenti stranieri
Nel report, una prima area di comparazione tra Milano e i benchmark europei riguarda l’attrattività verso i talenti e il capitale umano. I numeri più recenti confermano la solida posizione di Monaco in testa alla classifica. Rispetto ai capoluoghi delle regioni europee maggiormente produttive, al pari della Lombardia, nella graduatoria di dimensione complessiva, Barcellona è seconda (1,06, in linea con la media dei benchmark), Milano sempre terza (0,77) e ultima rimane Stoccarda (0,70). Quella lombarda, quindi, pur essendo riconosciuta città universitaria di qualità nel confronto globale, è ancora abbastanza distante dalle prime nella capacità di assegnazione di Erc (European research council) grant e, soprattutto, di attrazione di studenti stranieri.
Gli atenei del Varesotto non stanno a guardare
In questo scenario, i vicini atenei del Varesotto – Insubria e Liuc Carlo Cattaneo – non stanno a guardare, investendo in ricerca e aumentando le pubblicazioni scientifiche. Oltre a rendere i propri studenti sempre internazionali seppure, per il momento, soprattutto mandandoli a studiare all’estero, con il primato italiano dell’università di Castellanza sancito dagli ultimi dati di Almalaurea. Anche se proprio il mese scorso è arrivato un accordo tra l’Insubria e l’ateneo statale di Samarcanda, in Uzbekistan, che prevede scambi di professori e ricercatori, nonché mobilità di studenti.
In foto: La sigla dell’accordo tra le Università dell’Insubria e di Samarcanda