L’onda dell’ecosostenibilità contagia (quasi) tutti. Così a febbraio, che anticamente era il mese della purificazione, puntiamo i riflettori sull’Anno internazionale della salute delle piante: un filone naturale importante per il territorio, che ci conduce – anche romanticamente – fino a Sanremo, la Città dei Fiori… e del Festival
di Chiara L. Milani
Avremmo potuto sparare sul Festival. Come in tanti hanno fatto per le parole del conduttore sulle donne o per l’annuncio di far partecipare un rapper che – per dirla con un eufemismo – non è esattamente un paladino della gender equality. Ma su costoro – di cui, non a caso, neanche scriviamo il nome – preferiamo calare il sipario con un silenzio che – nel nostro piccolo – speriamo sia assordante.
Se a dare il buon esempio è il ragazzo cattivo del rock
I riflettori li accendiamo invece sul bravo ragazzo che non t’aspetti. Quel Piero Pelù, rocker dalla faccia non proprio d’angelo, che negli anni Novanta con i Litfiba raggiunse il grande pubblico con l’album El Diablo. Fa quasi sorridere, pensare che oggi per pubblicare una buona notizia sulla settantesima edizione dell’evento canoro clou del Belpaese ci si debba affidare al ragazzo cattivo del rock italiano. Ma tant’è. Pelù, infatti – peraltro non nuovo all’impegno ambientale – ha annunciato che in occasione di Sanremo ripulirà una spiaggia dai rifiuti, coinvolgendo le autorità locali. Il che, in tempi di nanismo artistico e umano, lo fa davvero apparire un cantante sì dal Cuore Matto, ma da Gigante. Per dirla con il titolo delle canzoni che porterà all’Ariston. E anche per ricordare che ad affiancarlo – come direttore d’orchestra, oltre che arrangiatore e produttore – sarà il maestro Luca Chiaravalli, orgoglio di Gallarate, che un gigante lo è sia per la sua altezza sia per aver vinto due volte consecutive la kermesse come autore.
Sbocciano notizie inedite
Ma Sanremo fa rima, oltre che con canzoni, anche con fiori. Pegno d’amore, nel mese di San Valentino. Ma anche profumato regalo della natura. Proprio al mondo vegetale è dedicato VareseMese a febbraio 2020, dichiarato dalla Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) l’Anno internazionale della salute delle piante. Un tema rilevante a livello globale, ma anche locale nella provincia che ha come capoluogo quella Città Giardino che ora ambisce a diventare la Città del Paesaggio.
Un argomento classico, dunque, per il territorio, ma che abbiamo voluto declinare in modo non scontato: ci permettiamo allora di consigliarvi di leggere tutti gli articoli, tra cui spiccano alcune vere e proprie “chicche” culturali, come l’intervista al direttore dell’orto botanico di Brera, Martin Kater, o l’anticipazione della singolare collettiva fiorita che si terrà in primavera a Busto Arsizio.
Verde speranza
Sfogliandolo, vi accorgerete che questo è un numero in cui il verde trapela tra luci e ombre. Chissà che, grazie a qualche riflessione scaturita dalla nostra inchiesta in Primo piano piuttosto che dai nostri esperti opinionisti, le seconde si affievoliscano e le prime si ravvivino. In fondo, da sempre, il verde è il colore della speranza.