“Il flagello ha aperto a tutti domande fondamentali sulla vita e su Dio”: la riflessione di monsignor Claudio Livetti, già prevosto di Busto Arsizio
di monsignor Claudio Livetti
Quali forze ci solleveranno
La pandemia, giunta come un ospite imprevisto a tutte le latitudini del mondo ha creato una crisi mondiale. Dalle crisi non si può uscire uguali: se ne viene fuori migliori o peggiori. Quando ero educatore ho sempre visto uscire dalle crisi adolescenziali o personalità promettenti o bamboccioni cronici. Quando ero parroco ho visto uscire dalle crisi matrimoniali, affrontate con coraggio, amori collaudati per l’eternità e da quelle vissute senza impegno insanabili rotture. Quando lasceremo alle spalle la crisi pandemica potremo essere migliori se ci sarà una sinergia di tutte le forze politiche sociali, economiche, culturali e anche morali e religiose. Il flagello ha aperto a tutti gli uomini domande fondamentali sulla vita e su Dio. In alcuni si è consolidato un rifiuto, in altri c’è stata apertura ad una nuova disponibilità. Sulle forze religiose vorrei spendere due parole.
Il coraggio del cambiamento
Benedetto Croce in un suo celebre intervento aveva sostenuto che il cristianesimo è stato la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuto. Solo il coraggio del maestro di Nazaret poteva affermare che i nemici non esistono, che non ci sono sbagli imperdonabili, che l’ipocrisia è un cancro peggiore della prostituzione, che si può dare la stessa paga a chi lavora un’ora e a chi lavora una giornata, che i primi saranno ultimi e gli ultimi primi, che non si deve mai avere paura di niente, perché la paura è una rete satanica: chi ha paura è già sconfitto. Cristo ha capovolto l’istinto egoista dicendo che c’è più gioia nel dare che nel ricevere, anche se si tratta di dare la vita per gli amici, come egli poi ha fatto. Chi gli ha insegnato queste cose? Certamente quella madre che una volta, in una celebre preghiera (il Magnificat) aveva profetizzato superbi dispersi nella confusione, potenti rovesciati dai troni, ricchi rimandati a mani vuote e invece umili innalzati e affamati ricolmati di beni. Una vera rivoluzione.
Figure coraggiose nei secoli
Ci sono sempre stati estremisti seguaci coerenti del maestro. Ha una grande forza il vescovo martire Cipriano di Cartagine quando, prima di essere decapitato nel 258, si toglie le vesti, si benda gli occhi e comanda di dare al carnefice venticinque monete d’oro. Non é stato forte Luigi Gonzaga a lasciare la comoda e privilegiata condizione di marchese, per andare a Roma a morire contagiato nel servire i malati durante l’epidemia del 1591? Ho conosciuto un uomo forte, Don Isidoro Meschi, che si é dato totalmente, senza risparmio di energie, al ricupero dei tossicodipendenti ed è stato freddato da una coltellata al miocardio da un giovane che egli aveva aiutato in mille modi. È recente la vicenda di Don Roberto Malgesini, cinquantunenne, che a Como si stava prodigando per aiutare i poveri, gli sbandati, gli scapestrati, la gente senza nessuno. Ha incontrato la morte, accoltellato da uno dei suoi “amici” che egli aveva più volte soccorso. Nei libri del tribunale si scriverà la parola “delitto” ma su un altro libro fuori dalla terra si scriverà: ”la forza dell’amore”.
Una mobilitazione generale
La comunità cristiana in questo momento non può limitarsi ad ammirare gli eroi, ma deve tirar fuori tutta l’energia che si sprigiona dal comando evangelico di essere “sale della terra…luce del mondo… lievito nella massa”. Il contributo ad uscire bene dalla crisi sarà dato da una comunità che magari non è più assidua alle pratiche del culto come una volta, ma non rinuncia al proprio compito. Sono tanti i valori evangelici da testimoniare: l’amore invece della sfiducia e dell’ostilità, il perdono invece della vendetta, la gioia invece dell’amarezza e del pessimismo, l’accoglienza invece del razzismo, la gentilezza quando prevalgono le parole crudeli e dure, la benevolenza anche se la comprensione è scambiata per debolezza, la fiducia quando i cambiamenti sembrano far vacillare ciò che è saldo, la mitezza dove la crudeltà e l’egoismo sembrano ottenere risultati migliori, la correttezza e il rispetto quando edonismo ed egoismo vengono messi al primo posto. Queste sono le formule vincenti, soprattutto se i cristiani testimonieranno un vero spirito comunitario nella società frammentata, dove purtroppo esiste una folla di solitudini. Solo insieme si può vincere.