Ospite della trasmissione Prospettive, lo scrittore ed editorialista del Corriere della Sera ha spiegato perché tocchi a maschi e femmine insieme, nel rispetto delle reciproche differenze, prendersi cura della terra e della specie umana
di Chiara Milani
Le insegnanti che hanno fatto comunque lezione, anche se da remoto. Le madri che hanno continuato ad accudire i figli a casa da scuola, seppure impegnate nello smartworking. Le nonne che con grande pena sono state lontane dai nipoti, imparando a fare le videochiamate. E poi tutte quelle donne che non si sono potute neanche affidare alla tecnologia per continuare il proprio impegno, perché la pandemia le voleva di persona in prima linea, come dottoresse e infermiere. A tutte loro e a tante altre è dedicato l’ultimo libro di Aldo Cazzullo, Le italiane. Dal sottotitolo inequivocabile: “Il Paese salvato dalle donne”.
Protagoniste di ieri e di oggi
Il perché lo ha spiegato alla trasmissione Prospettive, scegliendo, tra le tante donne eccellenti che ha intervistato, le due da citare come esempio ai propri figli, maschio e femmina. Lo scrittore ed editorialista del Corriere della Sera ha scelto una protagonista del passato e una contemporanea: Rita Levi Montalcini, che a quasi cento anni dormiva ancora soltanto due ore a notte per proseguire le sue ricerche, e Chiara Ferragni, che si è inventata un modo di vendere che non esisteva, diventando un’imprenditrice di grande successo.
“L’Italia è ancora un Paese maschilista”
“L”Italia non è stata salvata dalle donne soltanto durante la pandemia”, ci ha infatti detto Cazzullo: “La donna da sempre si prende cura, accudisce i malati, seppellisce i morti. Ora, è entrata nella sfera pubblica, finalmente. Pur essendo l’Italia un Paese ancora maschilista, la donne donne stanno prendendo il potere, si stanno prendendo le loro responsabilità. Ciò secondo me è molto positivo, perché abbiamo capito che la terra è non immortale, che la specie umana è fragile e tocca noi, insieme, uomini e donne, ognuno nel rispetto delle proprie differenze, delle proprie specificità, prendersene cura”.