Il ritorno di Enea

Immaginiamo che Enea torni a Troia e ci racconti la vista odierna dalle mura, tra rovine e memorie di un passato epico, confrontando la città di oggi con quella che vide bruciare, in un’intervista che intreccia mito e storia.

di Redazione VM

Siamo a Troia, marzo 2025. Le mura millenarie sussurrano ancora le gesta narrate da Omero. Qui, tra le rovine di Hissarlik, incontriamo Enea, l’eroe fuggito dalle fiamme, che osserva la sua città perduta. Con lui esploriamo il sito archeologico, scoprendo come il tempo abbia trasformato Troia in un’eco silenziosa del passato.

Cosa provi tornando a Troia e guardando dalle mura oggi?

È un misto di malinconia e stupore. Queste mura, un tempo imponenti, ora sono frammenti sparsi. Dalla cima vedo la pianura dello Scamandro, ma il mare, che un tempo lambiva quasi le nostre coste, si è ritirato a 5 chilometri. Ai miei tempi, Troia dominava l’Ellesponto, controllando il passaggio verso il Mar Nero. Oggi è un luogo quieto, immerso nella storia.

Come descriveresti la vista attuale rispetto al passato?

Un tempo, dalle mura, si scorgevano navi achee all’orizzonte e il fumo della guerra. Ora, davanti a me, si stende una distesa verde, interrotta solo dal profilo lontano dei Dardanelli. La città bassa è ancora sepolta, e l’acropoli, che fu il cuore pulsante di Troia VI, mostra solo rovine.

 

 

 

Cosa ricordi della Troia che hai lasciato?

Era una fortezza prospera, con mura alte 9 metri e torri possenti, costruite per resistere a tutto, tranne all’astuzia di Ulisse. Troia VI, intorno al 1300 a.C., era un crocevia di commerci e culture, tra Micenei e Ittiti. La vedevo brulicare di vita, prima che il fuoco la divorasse.

 

Quali differenze noti oggi rispetto a quel giorno fatale?

La Troia di oggi è un’ombra. Il mare si è allontanato, il porto è insabbiato da secoli, e la città non è più un nodo strategico. Le mura interne, che proteggevano il palazzo reale, sono erose dal tempo. La rampa, dove trascinarono quel maledetto cavallo, è ancora lì, e la si può percorrere.

 

 

Cosa pensi del sito archeologico attuale?

È straordinario che Schliemann l’abbia ritrovata nel 1871, scavando questa collina di Hissarlik. Oggi, i dieci strati di Troia raccontano 4000 anni di storia, dal 3000 a.C. all’epoca romana. Ma mi colpisce il contrasto: un tempo era vita, ora è memoria, con quel cavallo di legno ricostruito all’ingresso che mi fa ancora rabbrividire.

 

 

Come si può raggiungere Troia da Istanbul oggi?

Da Istanbul sono circa 300 chilometri. Si può prendere un autobus per Çanakkale, a 30 chilometri dal sito, in 5-6 ore, attraversando il Ponte dei Dardanelli, aperto nel 2022, che ha reso il viaggio più rapido. Oppure, un tour organizzato con traghetto da Eceabat.

Il Cavallo di Troia:

Nell’Iliade di Omero, il cavallo di Troia non è descritto in dettaglio, poiché il poema si concentra sull’assedio e non sulla caduta della città. Tuttavia, il piano di Ulisse emerge nel racconto successivo: un grande cavallo di legno, offerto come dono per ingannare i Troiani, nascondeva guerrieri achei. Introdotto nella città, permise la distruzione di Troia

«Qualunque cosa sia, temo i Greci anche quando portano doni» (Virgilio, Eneide, Libro II, v. 49, adattato dall’avvertimento di Laocoonte.)

 

Chi è Enea?

Enea, principe troiano, nacque da Anchise e Venere, dea dell’amore. Eroe dell’Iliade, combatté valorosamente durante l’assedio di Troia. Dopo la caduta della città, narrata nell’Eneide di Virgilio, fuggì con il padre Anchise, il figlio Ascanio e i Penati. Affrontò tempeste e peripezie, visitando Cartagine dove amò Didone. Giunto nel Lazio, combatté contro Turno e fondò Lavinio, diventando il progenitore mitico dei Romani

 

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