Energia e passione, al servizio della cultura
29 anni di Premio Chiara. Quale è il segreto del successo e della longevità ? Non ci sono particolari segreti, è la costanza nel continuare prima di tutto, credere nel Premio, portarlo avanti cercando di migliorarlo.
Dedichi gran parte del tuo anno a questo notevole impegno. Cosa ti spinge, oltre all’energia? Il lavoro che faccio prima di tutto mi piace e questo è basilare. Mi piace crearlo, seguirlo al meglio, ci sono dentro fino al collo, fa parte della mia vita. Mi carica tutto, dalla collaborazione con le giurie, al consolidamento dei rapporti con le case editrici, con i mass media e soprattutto il fare cose buone, ad esempio aver invitato Paolo Cognetti a febbraio per fare un seminario di scrittura perché mi interessava il suo modo di fare, di essere vicino ai giovani, di affrontare la vita.
Possiamo dire che oggi le case editrici hanno un occhio di riguardo per il Premio? Sin dalle prime edizioni, sin dalla nascita del Chiara, le case editrici ci hanno tenuto in considerazione, prima di tutto perché da subito hanno capito che è un Premio serio e poi perché ha una linea ben determinata, dedicata esclusivamente al racconto. Questa è stata una carta vincente, che ci ha fatto conoscere e affermare a livello nazionale e transfrontaliero, complice l’albo d’oro che possiamo vantare: un parterre di tutto rispetto.
I soldi pubblici sono sempre meno e il privato? risponde ? È sempre più difficile trovare sponsor: bisogna conoscere bene l’ente, la persona che vogliamo coinvolgere, non si può chiedere a tappeto, io non l’ho mai fatto. Si riesce solamente quando capisci che puoi instaurare un feeling con il gruppo, con l’istituzione, con il singolo imprenditore o con il singolo manager, che già conosce il Premio e che ci crede. È davvero faticoso, ma… vietato arrendersi!
Qual è il momento che ricordi con più soddisfazione di tutti quelli vissuti al Chiara ? In 29 anni sono stati veramente tanti i momenti che ricordo con orgoglio, dal trionfo di un giovane partecipante al Chiara Giovani che non si aspettava la (meritatissima) vittoria, all’incontro con tanti personaggi di valore che si sono dimostrati cordiali e riconoscenti, creando un rapporto ancora oggi solido.
Hai ancora un grande sogno? qualcuno o qualcosa che non sei ancora riuscita a portare al premio e che speri di portare? I sogni sono desideri vero? E io ho due sogni nel cassetto e spero proprio di riuscire a realizzarli, per il Premio “Le Parole della Musica”. Due grandi eventi per chiudere in bellezza: il primo con Jovanotti , l’altro con Vasco Rossi. Personaggi diversi, famosissimi, emozionanti, capaci di parlare della vita e di emozioni che appartengono a tutti noi. Questa è, oggi, la mia più grande sfida. Ma non illudetevi: non è l’unica, né, tanto meno, l’ultima.