Enrica Ciccarelli – Ph: Roberto Cifarelli
La pianista Enrica Ciccarelli, presidente e direttrice artistica della Fondazione La Società dei Concerti di Milano, illustra la prossima stagione, con i progetti per i giovani, ma anche le proposte live per chi non esce più la sera
“La prossima stagione, che partirà nel mese di ottobre, è ricca di tantissimi appuntamenti con grandissimi artisti internazionali, orchestre sinfoniche europee e molti giovani, perché questo è uno dei nostri focus”: a presentare i nuovi calendari di quella che è stata riconosciuta come un’attività di rilevanza regionale, con concerti anche al di fuori della metropoli nelle varie province lombarde, è la pianista Enrica Ciccarelli, presidente e direttrice artistica della Fondazione La Società dei Concerti di Milano.
Perché è importante ascoltare la musica dal vivo?
La musica è energia e l’energia la si può ricevere da un artista e da un compositore che l’artista esegue soltanto se la si ascolta dal vivo. Anch’io da pianista, nei vari concerti che ho tenuto ovunque nel mondo, paradossalmente posso aver suonato lo stesso pezzo centinaia di volte. Che cosa cambia? Il luogo, naturalmente. Ma non solo.
Suonando lo stesso brano nella stessa sala, magari due giorni a seguire, con un pubblico diverso, il brano diventava diverso… c’è un’energia, uno scambio di emozioni per cui bisogna ascoltare la musica dal vivo, perché si torna a casa più ricchi. In una vita sempre molto difficile, molte volte caotica, credo che un’ora trascorsa in una sala da concerto con un artista ci faccia tornare a casa con uno spirito e un arricchimento interiore notevole.
Al giorno d’oggi, però, quanto è difficile richiamare in sala le persone e in particolare i giovani?
Qui si entra in un discorso molto complicato che meriterebbe studi approfonditi. Certamente, è un problema di educazione, anche di scelte politiche se vogliamo. Da musicista, con la mia passione e competenza, credo però fermamente che noi abbiamo il dovere di cercare non dico di sopperire, ma di aiutare affinché i giovani, in particolare le scuole, e magari anche chi si occupa di politica, possa fare un passo avanti verso la cultura, verso la musica.
Voi a questo proposito avete lanciato un progetto innovativo…
Sì, Swipe your stage è stato “partorito” grazie a un team di giovani colleghi della Società dei Concerti, durante il difficile periodo della pandemia, perché – scusate se lo dico – volevamo fare in modo che questo momento così difficile diventasse un’opportunità per cercare di riportare all’ascolto tutto il pubblico e specialmente pubblico giovane. Quindi, attraverso la tecnologia, è nato un progetto che è stato finanziato nella sua prima edizione dalle Fondazioni Tim e Cariplo e che continuerà.
Diciamo che gli studenti presenti in sala diventano dei piccoli registri del proprio concerto e questo è un modo anche accattivante per un giovane, per un ragazzo di avvicinarsi magari per la prima volta alla musica classica.
Musica classica e tecnologia, dunque, possono coesistere?
Può sembrare banale, ma ovviamente bisogna saper utilizzare la tecnologia: sta a noi che la proponiamo in ambito musicale e sta poi al pubblico che la riceve di utilizzarla con l’intelligenza giusta, ma da essa oggi non si può prescindere. Soprattutto in un mondo che può sembrare un po’ chiuso, se vogliamo a volte considerato secondo me a torto un po’ snob, come il nostro. Certo, la qualità del concerto dal vivo, dell’artista, dell’ascolto deve rimanere assolutamente molto alta: da ciò non si può prescindere.
Ma, per la sua valenza, il nostro progetto di recente ha ricevuto a Roma una menzione speciale per la Digital innovation in Arts.
Le vostre serie di concerti, che portano il nome di pietre preziose (Smerando, Rubino, Zaffiro) per il loro valore, si rivolgono comunque anche alle persone anziane…
Sì, c’è una serie pomeridiana che consente a coloro che non sentono più la voglia o non hanno più la possibilità di uscire la sera di venire ad ascoltare un concerto di pomeriggio. Noi, infatti, non solo andiamo a fare i nostri concerti nelle varie cittadine in Lombardia, ma facciamo in modo che associazioni di cittadini come l’Auser possano portare le persone a Milano e questi concerti all’ora del tè consentono anche di ascoltare grandi artisti, perché per noi non sono concerti di minore importanza.
In programma, tra gli altri, anche un concerto del pianista di fama internazionale e primo cittadino onorario di Busto Arsizio, Ramin Bahrami, grande interprete di Bach, che proporrà uno speciale concerto per San Valentino.