Francesca Marcon, Cisky per i tifosi, che con le compagne nel 2012 portò a casa il primo e unico scudetto del volley bustocco, racconta così il suo “ritorno a casa” a Busto Arsizio come sponsee manager della Uyba, per far tornare a volare alto la squadra del cuore
di Chiara Milani
“L’anno del triplete è stata l’emozione più bella della mia carriera sportiva”
“L’atmosfera è sempre la stessa: al palazzetto si respira una sensazione di benessere psicofisico, un calore anche da parte del pubblico, della gente che viene a vedere le partite, che per me da quel punto di vista non è cambiato niente”: Francesca Marcon, Cisky per i tifosi, racconta così il suo “ritorno a casa”, tra le farfalle biancorosse del volley. Lei, che assieme alle sue compagne volò al primo posto del campionato, oggi riveste un ruolo diverso: quello di Sponsee manager della Uyba, per creare una sinergia tra le aziende del territorio e le ragazze di oggi della pallavolo femminile bustocca. Del resto, come fa notare lei, ha sempre considerato il lavoro di squadra un valore aggiunto. Senza contare che, incalza, “le sfide mi sono sempre piaciute, perché sennò non avrei giocato a pallavolo”.
Quando entri all’E-work Arena, quanto ti manca la pallavolo giocata?
Tantissimo. A volte avrei l’istinto di scendere in campo. Smettere non è stata una scelta facile. Ma c’era anche l’età che avanzava…
Osservando la Uyba, come vedi questa squadra?
E’ una squadra giovane, in crescita, con progetti ambiziosi.
Assieme alle tue compagne, nel 2012 tu hai avuto l’onore di portare a casa lo scudetto, il primo e l’unico nella storia del volley a Busto: che ricordo hai di quell’impresa?
Io ho ricordi bellissimi. E stata l’emozione più bella della mia carriera. L’anno del triplete (nel 2012 la farfalle alzarono al cielo anche la Coppa Italia e la Coppa Cev, ndr) rimarrà per sempre nel mio cuore. E adesso che sono tornata a Busto sotto questa veste diversa, ho sempre questa emozione stampata dentro di me quindi, è un ricordo indelebile.
A proposito di emozioni destinate a durare per sempre, ci sono anche le amicizie che nascono in campo: i tifosi ricordano la tua amicizia con Giulia Leonardi. E adesso che non giocate più assieme?
Ci sentiamo comunque, le voglio un gran bene. E’ un’amica, che adesso ha anche un bambino piccolo. Ecco la pallavolo ti permette anche di creare questi legami forti, che poi ti porti avanti nel tempo, nonostante la distanza, nonostante si smetta di giocare, rimangono comunque con te.
Torniamo a oggi. Secondo te, questa squadra può ambire allo scudetto e, nel caso, quando?
Oddio parlare di scudetti in questo momento è un po’ difficile, ma col tempo, se ben supportata, chissà…
Intanto, in molti a Busto si chiedono: a quando il derby con la Futura?
Ecco, a questa domanda non so rispondere. Nel senso che da una parte è bello, ma credo che sia anche un peccato avere due squadre di pallavolo di livello nella stessa città. Credo che sarebbe più utile fare insieme qualcosa di grande, di bello. Però non si sa mai che cosa può succedere.