L’ABC per cani

di admin

Negli ultimi anni il mondo della cinofilia è stato “rivoluzionato” attribuendo una specifica qualifica alle figure professionali presenti: educatore cinofilo, addestratore e medico veterinario esperto del comportamento animale

di Sabrina Giussan

“Educare, addestrare o riabilitare?”

Educare, addestrare o riabilitare il cane? Per prima cosa, bisogna comprendere il significato di tali azioni. 

Dizionario alla mano

Secondo il dizionario della lingua italiana, infatti, educare deriva dal latino ex – ducere cioè trarre fuori, far uscire, crescere o allevare. Il processo educativo deve sviluppare e affinare le attitudini e la sensibilità tenendo in considerazione il carattere e la personalità del singolo soggetto: si tratta di un percorso che mira a far apparire qualche cosa che è nascosto nell’individuo. Educare non significa, dunque, trasformare il cane in ciò che noi desideriamo o inibire ed eliminare ciò che non ci piace del suo comportamento, bensì accompagnare il cucciolo durante la crescita. Addestrare, invece, significa rendere il soggetto adulto destro, cioè abile a svolgere una attività o un compito attraverso l’istruzione e l’allenamento. La riabilitazione, poi, è una branca della medicina volta a fornire competenze emozionali e comportamentali al sistema famiglia (di cui fa parte il cane) così da trovare un equilibrio relazionale.

“Rivoluzione cinofila”

Negli ultimi anni il mondo della cinofilia è stato “rivoluzionato” attribuendo una specifica qualifica alle figure professionali presenti. L’educatore cinofilo, per esempio, si occupa di “educare” il cucciolo in crescita non affetto da sintomi riferibili a malattie del comportamento. L’istruttore cinosportivo, invece, allena il cane adolescente o adulto non affetto da sintomi riferibili a malattie del comportamento per partecipare alle discipline sportive come agility dog, canicross, disc dog e così via. Il medico veterinario esperto in comportamento animale possiede competenze sia nel settore medico–clinico sia in quello etologico–comportamentale. Questa figura, alla comparsa di uno o più “comportamenti alterati” mostrati dal cane (come, per esempio, sporcare in casa, disperarsi quando resta da solo, aggredire e così via), dopo aver realizzato una visita comportamentale, diagnostica la presenza di una malattia del comportamento. 

L’educatore cinofilo esperto nell’area comportamentale supporta il professionista esperto in Medicina del comportamento animale nella riabilitazione del cane (sistema famiglia) affetto da malattie del comportamento.

Formarsi&Aggiornarsi

Tutte le figure professionali elencate non soltanto devono formarsi seguendo corsi specifici per acquisire le competenze necessarie, ma anche aggiornarsi.

Sì alla ricompensa, no alla punizione

È opportuno evidenziare che il percorso educativo, addestrativo o riabilitativo deve essere basato sull’utilizzo della ricompensa: lodi, gratificazioni e premi in cibo permettono un apprendimento rapido e facilitato. Le punizioni come per esempio alzare la voce, isolare il cane o provocare dolore (dare uno schiaffo, strattonare l’animale con il collare) favoriscono, invece, la nascita di una relazione conflittuale. Il cane, infatti, si posiziona nel nucleo umano come un figlio e come tale segue l’esempio dato dalla famiglia umana imparando ad utilizzare la “forza” per risolvere le difficoltà.

Articoli Correlati