Il suo sorriso bianchissimo da pubblicità è diventato il simbolo dell’accoglienza locale. Scelta come “ambasciatrice” dalla Varese Sport Commission, la promessa sposa Lagerback fa un’eccezione alla sua solita riservatezza nel raccontarsi a livello locale e ci parla della sua vita da varesina d’adozione
di Chiara Milani
Chi era giovane all’inizio degli anni Novanta forse se ne sarà innamorato per la sua pubblicità di una celebre birra. Da qualche tempo lei, “una bionda per la vita” come recitava lo spot, si può incrociare per le strade di Varese. Mentre passeggia con il suo cane, fa la spesa al supermercato o percorre le Prealpi su e giù con la sua bicicletta. Già, quelle due ruote che l’hanno condotta a presentare un programma su Bike Channel e a scrivere il libro “Io pedalo. E tu?”. Ma soprattutto a vivere nella Città Giardino. Il territorio di cui la promessa sposa Filippa Lagerback, storica presenza femminile nel programma di Fabio Fazio “Che tempo che fa”, si è talmente innamorata da mettervi la faccia per la campagna “#DoYouLake?”.
E dire che né lei né il compagno di lunga data – e futuro sposo, fresco di proposta di nozze in diretta tv – Daniele Bossari avevano mai messo piede qui prima di decidere di trasferirvisi. Grazie alla scuola europea per la figlia Stella. E alla natura, di cui la fotomodella sentiva la mancanza a Milano. Del resto, è svedese. Già, una nazionalità non facile di questi tempi in Italia, dopo l’uscita dai mondiali della nostra nazionale di calcio. Eppure, è lei stessa a toccare coraggiosamente l’argomento all’inizio della nostra chiacchierata. Allora, partiamo proprio da qui a raccontare la straniera più famosa che vive nella provincia dei Sette Laghi.
L’ho vista in tv da Fazio subito dopo la sconfitta della nostra nazionale: da svedese, non deve essere facile abitare qui ora…
Sì, infatti, non lo è affatto. Ma, scherzi a parte, io che c’entro? E poi, come ripeto, ho vissuto 17 anni in Svezia e 17 in Italia: sono neutrale. Certo, sono felice da un lato, ma mi dispiace dall’altro, perché qui so che è una tragedia. Gli svedesi sono più abituati all’idea di stare fuori dai mondiali. Ma forse è giusto così. Per capire che nella vita a volte si vince a volte si perde. E’ come in bici: per gustarti la discesa prima devi fare la salita…
Ecco, la bicicletta: questa è la sua passione sportiva, perfetta per chi vive a Varese…
Sì, per me è una filosofia di vita. Per capire che per raggiungere certi traguardi bisogna faticare. Ma è stato anche il mio simbolo di libertà da piccola. In Svezia è un mezzo molto popolare. Qui meno, ma sta cambiando. Ora a Milano se ne vedono molte di più in giro. E anche a Varese, grazie al bike sharing. E poi qui ci sono le colline, su cui a volte incontro i campioni che si allenano. E’ stimolante ed è anche un’opportunità per far bene a se stessi, all’ambiente e per riscoprire paesaggi che da queste parti sono meravigliosi.
Si dice che i varesini siano riservati: anche considerando la sua famiglia Vip, visto che il compagno Daniele Bossari è un altro volto noto e che vostra figlia Stella è finita sotto i riflettori dopo aver fatto visita a papà nella casa del Grande Fratello VIP, che cosa ne pensa lei?
Noi ci troviamo benissimo. Io sono svedese e per me non è un problema. Siete sempre più a Sud di me (risata, ndr). E poi ho sempre amato il calore degli italiani, che trovo anche da queste parti. Comunque noi non ci consideriamo affatto una famiglia Vip. Facciamo una vita normale.
Oltre a quella su due ruote, quale altra trasmissione televisiva ambienterebbe qui?
Tantissime. Daniele (Bossari, ndr) potrebbe ambientarci tranquillamente qualche puntata di Mistero, tra il Sacro Monte e le varie ville. Io rimango sempre incantata di quanta bellezza ci sia a poca distanza. Anche le persone che vengono a trovarci rimangono stupite. Questo territorio dovrebbe essere più orgoglioso di tutta la bellezza che ha. E al contempo più responsabile, per valorizzare al meglio le sue potenzialità. Non ci si deve mai fermare.
Come in bicicletta: se non pedali, perdi l’equilibrio…
Già. E cadi per terra. Io una volta a un semaforo ho fatto un volo (risata, ndr)… è proprio vero: mai smettere di pedalare.