Il coro e l’orchestra della scuola musicale di Busto Arsizio saranno protagonisti del Concerto di Natale della Città. Un’occasione per conoscere più da vicino l’istituto di via Manara che, con la sezione coreutica e l’Artistico Candiani, rappresenta un polo educativo importante per la cultura e l’economia del territorio. Per il liceo Bausch è “boom” d’iscrizioni…
di Chiara Milani
“La Repubblica” l’ha definita la migliore orchestra scolastica d’Italia. Giovedì 14 dicembre alle 21, nella basilica di San Giovanni, gli studenti del liceo musicale Pina Bausch saranno protagonisti del Concerto di Natale della Città di Busto Arsizio. Con un coro polifonico da cinquanta elementi e un’esemble con sessanta strumenti, diretti dal maestro Franco Conetta. In programma, un repertorio natalizio che spazia dal religioso al classico, con qualche divagazione musicale più vicina ai giovani.
Del resto, questo è un fiore all’occhiello della città. Una scuola che esprime anche due ragazzi – primo violino e percussioni – nell’organico orchestrale nazionale dei licei. E che sta facendo concerti un po’ ovunque, con un invito a Vienna dopo Natale.
“E’ una storia di passione”, commenta il dirigente scolastico Andrea Monteduro, che spiega gli sforzi profusi da alunni, insegnanti e genitori. All’unisono. Impegno che ha permesso all’istituto musicale bustese di distinguersi. Arrivando, a soli cinque anni dalla nascita, ad avere quasi tutti gli strumenti. Con persino un’arpa in arrivo. Risultato: un vero e proprio “boom” d’iscrizioni che, per questo anno scolastico, ha comportato l’aumento del numero degli alunni di prima. “Ma se avessimo gli spazi, potremmo anche aprire una seconda sezione”, fa notare Monteduro. Al dirigente fa capo anche la sezione coreutica del liceo Pina Bausch. Oltre all’Artistico Candiani che, caso abbastanza unico in Italia, vanta tutti e sei gli indirizzi. Per un totale di 1.450 studenti. “Le nostre strutture in via Manara sono completamente occupate: pensi che abbiamo 52 spazi e 54 classi, che con alcuni indirizzi misti arrivano a 57. Facciamo lezione ovunque, anche in aula magna”, incalza il preside.
Siccome la cultura è da sempre volano per l’economia, tradotto in indotto per il territorio, tutti questi liceali significano a spanne un movimento di oltre un milione di euro l’anno. Tra trasporti, consumi di cibi e bevande, viaggi di studio, affitti per chi viene dal resto della Lombardia e via dicendo. Un vero e proprio tesoro per Busto Arsizio, in tutti i sensi. Una ricchezza che s’inserisce all’interno di un panorama d’eccellenza per quanto riguarda l’offerta scolastica superiore cittadina. Non a caso il liceo classico Crespi è stato di recente giudicato il migliore d’Italia dalla Fondazione Agnelli. A questo proposito, Monteduro ha da togliersi il proverbiale sassolino dalla scarpa. “La Fondazione Agnelli non tiene in considerazione il fatto che i nostri ragazzi, dopo il diploma, si iscrivono ad accademie come il Dams a Bologna, le Belle Arti a Brera, lo Ied a Milano, che non vengono equiparati all’istruzione universitaria e quindi i dati risultano falsati”. Di qui l’impegno a fare presente a chi di dovere la peculiarità dei propri studenti.