Gallarate nascosta: nel cuore della Città dei Due Galli c’è un monumento dal passato tormentato. Nel corso degli anni, la chiesa di San Pietro è stata al centro di cambiamenti davvero insospettabili
di Annalisa Paola Colombo
E’ al centro del passeggio. Eppure la sua affascinante storia è del tutto sconosciuta ai più. Stiamo parlando della chiesa di San Pietro a Gallarate. Ora, c’è chi ha deciso di riscoprirla. “Se si osservano la facciata e gli archetti, è possibile identificare stili differenti che sono il frutto di cambi delle destinazione d’uso, ristrutturazioni e tentativi di conservazione”, spiega l’architetto Paolo Alfredo Martinelli, che ci apre il tempio religioso.
L’edificio fu infatti anche utilizzato come fortino: attorno al loggiato era stato costruito un camminamento per la ronda, il lato che si affaccia sulla piazza era stato adibito a macelleria ed era stata destinata ad arengo, ovvero il luogo dove si svolgevano le riunioni civiche del borgo. E poi magazzino, caserma, fino ad ospitare un laboratorio di falegnameria. All’interno, i fedeli realizzarono un’edicola per ospitare il tabernacolo e i paramenti religiosi.
Le modifiche vengono attribuite al conferimento dello jus patronato della chiesa da parte di Gian Galeazzo Visconti alla famiglia Lomeno che, data la vicinanza con il castello (che sorgeva dove ora c’è la basilica di Santa Maria Assunta), lo trasformò in una struttura dai mille usi.
Nel 1578, San Carlo Borromeo fece tappa a Gallarate e decise d’intervenire: ordinò di chiudere la macelleria, eliminare i camminamenti e rifare il tetto.
Nel 1844 la chiesa venne dichiarata monumento nazionale ed tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento la Società Gallaratese per gli Studi Patri fu impegnata in un’importante opera di restauro. Infine, il 28 ottobre 1911 la chiesa fu di nuovo consacrata.