Nato nel 1985 e con un diploma presso l’Istituto Tecnico “Falcone” di Gallarate, quando è nata la tua passione per la cucina?
La mia passione per la cucina è sempre stata lì, fin da bambino. Non è stata una scelta dettata dalla moda o dalle necessità lavorative, ma un vero amore per l’arte culinaria. Preferisco una cucina semplice, autentica, senza troppe pretese.
Sei noto anche per essere un tifoso del Milan. Come ha influenzato la tua vita sociale e la tua carriera?
Il calcio, e in particolare il Milan, mi ha permesso di creare un’ampia rete di amicizie. Questo ha portato un tocco speciale all’Hostaria del Cinghiale, dove molti VIP vengono per godersi un pasto in un ambiente riservato e autentico.
L’Hostaria del Cinghiale ha recentemente celebrato un importante traguardo. Puoi dirci di più?
Sì, abbiamo festeggiato quasi cinque anni di attività con una notizia straordinaria: per il secondo anno consecutivo, siamo stati premiati come uno dei migliori ristoranti d’Italia da “SaporiAmoItalia”. Questo riconoscimento è motivo di grande orgoglio per me e per tutto il nostro team.
Il tuo ristorante a Castronno è diventato un punto di riferimento per molti. Come riesci a mantenere alta la qualità e l’autenticità?
La nostra cucina riflette il mio carattere: semplice, autentica, fatta con passione. Utilizziamo prodotti locali e manteniamo vive le tradizioni, trasformando ogni pasto in un’esperienza non solo di gusto ma anche di calore umano.
Parliamo della tua trasmissione “IN CUCINA CON…”. Come ha influenzato la percezione del tuo ristorante?
La trasmissione, insieme a mio fratello Edoardo, ci ha permesso di portare la nostra cucina nelle case delle persone. Abbiamo mostrato la nostra passione e il legame con il territorio, consolidando la fama dell’Hostaria.
Prima di condividere con noi una delle tue ricette, puoi dirci cosa significa per te essere uno chef?
Essere uno chef significa raccontare storie attraverso i piatti. Non mi definisco un maestro, ma cerco di trasmettere autenticità e amore per il cibo. Ogni piatto che preparo è un pezzo di me, della mia storia e del mio territorio.
Grazie. Ora, con grande piacere, ci presenteresti uno dei tuoi piatti iconici?
Le Pappardelle al Ragù di Cinghiale.
500 g di cinghiale (spalla o coscia)
2 cipolle bianche
2 carote
2 gambi di sedano
300 ml di vino rosso robusto
1 l di brodo di carne
2 foglie di alloro
Rosmarino fresco
Olio extravergine di oliva
Sale e pepe q.b.
Pappardelle fresche
Procedimento:
Marinatura: Tagliare il cinghiale a cubetti e lasciarlo marinare per 24 ore con vino rosso, carote, sedano, cipolle, alloro e rosmarino.
Preparazione del ragù: Dopo la marinatura, scolare la carne, asciugarla e rosolarla in una padella con olio caldo. Aggiungere le verdure tritate finemente dalla marinatura e soffriggere fino a doratura.
Cottura: Sfumare con il vino della marinatura, lasciare evaporare l’alcol, poi aggiungere pomodori pelati, brodo, sale e pepe. Cuocere a fuoco basso per almeno 3 ore, fino a quando la carne si sfalda.
Pappardelle: Cuocere le pappardelle in abbondante acqua salata, scolarle al dente e mescolarle nel ragù per amalgamare bene i sapori.