A differenza di quel che accadeva in passato, il ciclismo non è uno degli sport più praticati dagli adolescenti: una delle cause che hanno determinato tale decremento è rappresentata dalla pericolosità di questo sport, che richiede che gli allenamenti avvengano sulle strade aperte al traffico. Ecco perché si fanno largo altre discipline fuori strada
“Soltanto 1 teenager su 10 va in bicicletta a scuola”
di Luigi Cazzola
Il 29 settembre scorso lo sloveno Tadej Pogacar, il nuovo “campionissimo” dei giorni nostri ha conquistato a Zurigo il titolo di campione del mondo professionisti su strada, dopo aver vinto soltanto alcuni mesi prima sia il Giro d’Italia sia il Giro di Francia. Pogacar ha conquistato la maglia iridata, al termine di una fuga solitaria di 50 chilometri: un’impresa d’altri tempi.
Una strada in salita
Si può scommettere che tanti giovani, ammirando davanti al televisore questa grande impresa del campione sloveno, si siano sentiti attratti dal fascino della bicicletta e abbiano deciso di dedicarsi al ciclismo. Tuttavia la strada per raggiungere la vetta del ciclismo professionistico è lunga ed è tutta in salita. Prima di riuscire a calcare questi straordinari palcoscenici, gli adolescenti che decidono di dedicarsi al ciclismo agonistico devono sottoporsi ad innumerevoli sacrifici nelle categorie giovanili, nelle quali imparano il cosiddetto mestiere del ciclista e, visto che non sono professionisti, si trovano a dovere affiancare all’attività di giovani ciclisti anche la scuola e a volte un lavoro. Gli adolescenti che compiono 13 anni iniziano a correre nella categoria degli esordienti primo anno. Al compimento del quattordicesimo anno d’età passano alla categoria degli esordienti secondo anno. A 15 e 16 anni i ragazzi corrono tra gli allievi e negli anni solari in cui compiono 17 e 18 anni passano tra gli juniores. Dopo, e prima dei professionisti, troviamo gli Under 23.
Con la bici… in garage
Nell’esaminare le statistiche che riguardano gli adolescenti è interessante scoprire che, indipendentemente dalla pratica del ciclismo come sport, a differenza di quanto accadeva in passato, soltanto 1 adolescente su 10 va in bicicletta a scuola. I giovani tra i 13 e i 15 anni vanno a scuola prevalentemente con mezzi pubblici, con lo scooter oppure accompagnati dai genitori.
Anche se è altissima la percentuale di adolescenti che praticano lo sport rispetto a quelli che non lo praticano, il ciclismo – a differenza di quel che accadeva in passato – non è uno degli sport più praticati dagli adolescenti, tra i quali la fa ovviamente da padrone il calcio, che sui teenagers mantiene sempre un grande fascino.
Troppi pericoli
Una delle cause che hanno determinato la diminuzione del numero di adolescenti che decidono di dedicarsi alla disciplina del ciclismo su strada è rappresentata dalla pericolosità di questo sport, che richiede che gli allenamenti avvengano sulle strade aperte al traffico. Gli incidenti sulle strade, che sempre più frequentemente stroncano, in modo incomprensibile giovani vite, frenano a volte la scelta dei giovani di dedicarsi a questa particolare disciplina del ciclismo. Pertanto, proprio perché consentono di evitare gli allenamenti e le gare sulle strade, oggi stanno prendendo quota discipline che, pur richiedendo anch’esse la massima prudenza, consentono ai ragazzi di evitare di praticare il ciclismo sulle strade.
Discipline “alternative”
Si tratta delle discipline del ciclismo fuori strada che permettono di praticare il ciclismo nei boschi, come il ciclocross e la mountain bike, che sta appassionando molto gli adolescenti. Un certo fascino lo mantiene sempre anche il ciclismo su pista, mentre sta crescendo considerevolmente l’interesse degli adolescenti verso la bmx, la disciplina del ciclismo praticata correndo su una bicicletta di dimensione ristrette e con ruote abbastanza spesse.
Didascalia foto : Il podio degli esordienti primo anno nel 1° Trofeo Zazà – Stefano Zanini disputatosi a Gorla Maggiore il 23 settembre 2023. (Foto Benati)