Esplorando le meraviglie del turismo floreale, dal ciliegio in fiore in Giappone alle Camelie nel Varesotto, senza scordare erbe e frutti dimenticati, con Niccolò Comerio, direttore del Responsible Tourism Lab della Liuc – Università Cattaneo
“Esperienze ricche di emozione e significato”
di Niccolò Comerio
Alla (ri)scoperta di parchi, ma anche giardini botanici e spettacolari fioriture: negli ultimi anni stanno emergendo nuovi modi di viaggiare più “lenti” e sostenibili, nei quali il legame tra turismo e natura diviene centrale, dando così origine a nuove forme di rapporto uomo-natura, più dirette e personali, lontano dagli schemi del turismo di massa. Ecco, quindi, che sempre più turisti cercano mete dove è possibile la fruizione dell’ambiente naturale, immergendosi completamente nei paesaggi e nella cultura del luogo, entrando in empatia con le persone e con le loro tradizioni più radicate.
Il turismo floreale
Il turismo floreale rappresenta una nicchia affascinante del settore, capace di attrarre viaggiatori e viaggiatrici da tutto il mondo. Questa tipologia si concentra sulla visita di destinazioni dove la fioritura di specifiche piante è in grado di creare paesaggi spettacolari e suggestivi: ogni anno, milioni di persone si spostano per ammirare questi spettacoli naturali, partecipare a festival tradizionali e immergersi in esperienze culturali uniche legate alla fioritura.
Oltre a offrire uno spettacolo visivo straordinario, queste destinazioni rappresentano anche un’occasione per scoprire tradizioni locali, prodotti artigianali e gastronomia tipica. Filosoficamente parlando, la bellezza effimera dei fiori in piena fioritura ci ricorda la transitorietà della vita e l’importanza di cogliere l’attimo, rendendo così il turismo floreale un’esperienza ricca di significato ed emozione.
Sbocciano le cartoline dal mondo
Il turismo floreale offre esperienze indimenticabili in diverse parti del mondo, luoghi dove i paesaggi si trasformano in tavolozze viventi durante la stagione delle fioriture. Ad esempio, la Provenza è rinomata nel mondo intero per i suoi infiniti campi di lavandache, ogni estate, trasformano il paesaggio in un mare viola. I piccoli villaggi pittoreschi e le colline dolcemente ondulate diventano uno scenario incantato, attirando turisti, fotografi e artisti da ogni dove. Rimanendo in Europa, l’Olanda è celebre per i suoi vasti campi di tulipani, che fioriscono in un caleidoscopio di colori vivaci ogni primavera. Spostandoci dall’altra parte del globo, Kyoto, l’antica capitale del Giappone, è certamente una delle destinazioni più celebri per ammirare la fioritura dei ciliegi (sakura), facendo picnic nei parchi all’ombra dei loro petali rosa e bianchi, una tradizione chiamata “hanami” e che prevede la contemplazione dei fiori e il godimento della loro bellezza effimera. O ancora, le colline della California si trasformano in un tappeto arancione durante la stagione della fioritura dei papaveri: tra gli scenari più conosciuti c’è sicuramente l’Antelope Valley California Poppy Reserve, che offre sentieri e punti panoramici per ammirare questo spettacolo naturale.
Camelie a Casalzuigno e Laveno Mombello
Anche nella provincia di Varese, ricca di un patrimonio paesaggistico capace di offrire vedute mozzafiato da nord a sud, il connubio tra natura e turismo rappresenta un elemento di rilevante centralità. In ambito floreale, l’iniziativa Le Giornate delle Camelie è uno degli esempi più noti. La ventottesima edizione, organizzata dal Fondo per l’Ambiente Italiano (Fai) in collaborazione con la Società Italiana della Camelia, si è svolta presso Villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno a inizio aprile di quest’anno. Durante l’evento, i visitatori e le visitatrici hanno avuto l’opportunità di ammirare oltre 150 varietà di questi bellissimi arbusti sempreverdi originari dell’Estremo Oriente e provenienti da floricolture del Lago Maggiore, delle province di Verbania e Varese.
Ma non solo, visto negli ultimi anni in primavera nell’Alto Varesotto sta facendo parlare di sé il Labirinto delle Camellie creato dal maestro giardiniere Enrico Gasparini a Laveno Mombello: un unicum nel suo genere, che attira sempre più visitatori, a cui non viene chiesto di pagare nessun biglietto d’ingresso, bensì soltanto di rispettare ammirare la fioritura delle varie specie rispettando la natura.
Aperitivi e brunch tra i filari
Mentre una delle mode più trendy del momento, sono aperitivi, brunch e picnic tra i filari, in fattorie e agriturismi, con prodotti a km zero, anche in zone vicine come l’Alto Milanese e il Novarese.
Le meraviglie dei Giardini botanici
Nicchia nella nicchia, è poi il turismo che vuole riscoprire erbe aromatiche e piante medico-officinali, spesso coltivate nei Giardini botanici, come il Paradisia in Valnontey (frazione di Cogne, Aosta), dove vengono organizzati laboratori per conoscere le erbe alpine spontanee. Ma anche coloro che visitano Casola Valsenio (Ravenna), piccolo borgo dell’Appennino Romagnolo ai confini con la Toscana conosciuto come il Paese delle Erbe e dei Frutti Dimenticati, oppure che si recano a Sassoferrato (Ancona) al Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, dove è anche possibile costruire un semenzaio da portare a casa. Soltanto per citare qualche esempio.
Uno sguardo al futuro
Tuttavia, il futuro di tutte queste meraviglie naturali non è garantito. Il cambiamento climatico, l’inquinamento e la crescente pressione turistica (il cosiddetto overtourism) rappresentano sfide significative che possono minacciare i fragili ecosistemi da cui fiori ed erbe dipendono. È quindi fondamentale che turisti e comunità locali collaborino per proteggere e preservare questi luoghi incantevoli.