Tra parole e musica: in biblioteca e nel Santuario di Santa Maria a Busto Arsizio, i Canti delle erbe spontanee
di Chiara L. Milani
Papavero, lavanda, origano e alloro. Ma anche specie i cui nomi sono ai più meno conosciuti, come elicrisio e achillea. Sono le erbe spontanee a cui sono intitolati i canti con il flauto solista Marta Giustina che sono risuonati nel santuario di Santa Maria di piazza a Busto Arsizio, in occasione della festa patronale.
La Santa erborista
A ispirarli, Santa Ildegarda di Bingen, monaca benedettina dichiarata nel 2012 dottore della Chiesa, che ebbe tra i suoi numerosi talenti anche quelli di essere guaritrice ed erborista – oltre che filosofa, naturalista e musicista – scrivendo un trattato enciclopedico che raccoglieva tutto il sapere medico e botanico del dodicesimo secolo.
Le erbe e l’amore
A offrire alla cittadinanza il concerto Amor Sacro, la Casa delle erbe di Giuseppe Montalto, erborista e cosmetologo bustocco, che ha anche promosso un incontro alla biblioteca civica Roggia tra parole e musica, con l’intervento anche della scrittrice Andelon Curse sulle erbe e l’amore di Paolo e Francesca, i due amanti che la Divina commedia di Dante ha immortalato nell’immaginario collettivo.
“La farmacia di Dio”
Del resto, Montalto ha ricordato come “le erbe spontanee siano la farmacia di Dio”. Per il corpo e, a volte, anche per l’anima.