Collezioni permanenti, esposizioni temporanee, iniziative per scuole e famiglie riannodano il filo della storia a Busto Arsizio, per trovare il bandolo della matassa del futuro
Quando si dice tessile, nel Varesotto, si pensa non solo, ma soprattutto, a Busto Arsizio. Qui un tempo abbondavano le fabbriche, qui restano a testimonianza tante ciminiere, qui nell’ex Cotonificio bustese c’è ancora un museo ad hoc che conserva i cimeli della gloriosa tradizione industriale di quella che era definita la Manchester d’Italia.
“M(a)y Fiber”
In aggiunta alle collezioni permanenti, lo spazio di via Galvani ospita periodicamente esposizioni temporanee e approfondimenti tematici, oltre che iniziative rivolte a scuole e famiglie. Ad esempio, fino al 2 giugno é in corso il M(a)y Fiber – Percorsi di Arte e Tessile tra Tradizione e Sostenibilità, evento promosso dall’amministrazione comunale in collaborazione con l’associazione Arte&Arte e la Fondazione Pistoletto Cittadellarte. La rassegna esplora appunto il tema del tessile, esaminandone i molteplici rapporti con l’arte, tecnica e la sostenibilità ambientale, esponendo alcune delle opere più emblematiche di Michelangelo Pistoletto, Venere degli stracci in primis.
Tessile, ma non solo!
Ma il Museo del Tessile non è solo. Per valorizzare al meglio il patrimonio industriale di cui la città è ricca, il Comune ha contribuito a fondare nel 2020 la rete Miva (Musei Industriali del Varesotto) di cui fanno parte il Museo del Tessile di Busto, capofila del progetto, il Parco e Museo del volo di Volandia, il Museo Agusta, il Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese, il Museo della Motocicletta Frera di Tradate, il Museo Fisogni della Stazione di Servizio, il Museo della Pipa di Brebbia ed il Museo Flaminio Bertoni.
L’obiettivo di tale iniziativa é quello di creare proficue sinergie, così da valorizzare al meglio le realtà culturali esistenti, svilupparne il patrimonio e potenziare il rapporto col territorio.