Sabrina Giussani, medico veterinario di Busto Arsizio esperto in comportamento animale, past president di Sisca (Società italiana scienze del comportamento animale), spiega le differenze tra il miglior amico dell’uomo e la razza da cui deriva
“Processo avvenuto ripetutamente in momenti e aree diverse”
di Sabrina Giussani
Il cane (Canis lupus familiaris) è la prima specie animale addomesticata dagli esseri umani. Ai giorni nostri i dati genetici derivati dallo studio del Dna dei cani e dei lupi hanno dimostrato che tutti i cani derivano dal lupo (Canis lupus L.). La domesticazione è avvenuta ripetutamente dagli inizi e nel corso della storia umana in diverse aree geografiche.
Un animale, mille risorse
Il contributo del cane è stato fondamentale: insieme all’introduzione dell’arco ha reso più proficua la caccia e possibile addomesticare il bestiame come ovini o bovini, per la cui custodia esso è fondamentale. Quando gli altri animali domestici non erano presenti, il cane faceva le loro veci, prestandosi al soddisfacimento delle diverse necessità umane: come animale da soma ha agevolato il movimento dei gruppi di cacciatori nomadi e come animale da guardia, sorvegliando gli accampamenti, ha migliorato le capacità di difesa.
La “posizione Alfa” nel branco
Molte specie di animali sociali risolvono i conflitti stabilendo una gerarchia di dominanza che consente la convivenza su un unico territorio di un gruppo d’individui organizzati aggressivamente. La parola gerarchia indica un sistema di graduazione e di organizzazione basato su di una relazione asimmetrica: “x è il capo di y”. Fino a una decina di anni fa, gli studi sulla struttura sociale dei lupi sono stati realizzati osservando gli animali in cattività, più facili da monitorare, piuttosto che quelli nel loro ambiente naturale. In natura il branco di lupi che si osserva più comunemente è la famiglia, composta di una coppia riproduttrice e dalla sua progenie costituita da individui di età diverse. Gli studiosi hanno osservato che la “posizione alfa” non si riferisce al rango sociale, ma al ruolo parentale: in altre parole, non è propria del più forte, ma spetta di diritto al genitore. Le femmine sono principalmente addette a curare e difendere i cuccioli, i maschi impegnati nel procurare cibo e quando la preda catturata è abbastanza grande, tutti i membri del branco, indipendentemente dal rango, mangiano insieme mentre quando il cibo è scarso, i cuccioli hanno la precedenza.
Il modello sociale in famiglia
Ai giorni nostri gli studi sulla struttura sociale del cane che vive in famiglia, ossia un gruppo formato da cani ed esseri umani, sono poco numerosi. Non esiste alcuna prova scientifica che il cane sia sempre pronto ad assumere il comando del gruppo o sia continuamente impegnato a stabilire una gerarchia di dominanza nei confronti del partner sociale, canino o umano che sia: un modello basato sulla gerarchia di dominanza definita come “priorità di accesso alle risorse” (il cibo, l’acqua, il luogo di riposo o di passaggio e così via) appare riduttivo. Secondo le ipotesi più recenti, la costruzione di un gruppo operativo è il modello sociale del cane: “Stare insieme per agire” sono le parole d’ordine.