Interessante iniziativa del Gruppo Terziario Donna di Uniascom Varese per trasmettere alle nuove generazioni il senso del Made in Italy, non soltanto in ottica economica o di valorizzazione del brand, ma anche come scelta di campo per difendere il valore della comunità, la salute, la sicurezza dei consumatori
di Chiara Milani
I numeri sulla contraffazione parlano chiaro. Raccontano un fenomeno capillare. Di cui spesso si sottovalutano l’entità e le conseguenze. In tutta Italia. Varesotto e Alto Milanese compresi.
Secondo l’indagine condotta da Confcommercio, 1 consumatore su 4 ha acquistato almeno una volta nel 2016 un prodotto o servizio illegale. E 1 su 3 afferma di averlo fatto in modo consapevole. Addirittura, 7 su 10 pensano di aver fatto un buon affare. Quasi fosse “un comportamento socialmente accettabile”, come denunciato dal palco del Teatro Sociale “Delia Cajelli” di Busto Arsizio dall’attrice Tiziana Di Masi in occasione della speciale lezione di educazione all’acquisto legale promossa dal Terziario donna dell’Unione delle associazioni dei commercianti della provincia di Varese. Il gruppo presieduto da Cristina Riganti ha infatti portato sul territorio il progetto che Confcommercio sta promuovendo a livello nazionale. Invitando per l’occasione centinaia di alunni dell’Istituto tecnico Enrico Tosi, del liceo scientifico Arturo Tosi e degli Istituti Olga Fiorini.
Volutamente provocatorio il titolo scelto per lo spettacolo di teatro civile messo in scena da Di Masi in collaborazione del giornalista d’inchiesta Andrea Guolo. “Tutto quello che sto per dirvi è falso” è infatti l’incipit della lezione-spettacolo che sta girando l’Italia per sottolineare i legami tra contraffazione e criminalità organizzata. Mettendo in guardia anche dai problemi di salute che possono essere causati dai prodotti taroccati.
Proprio l’aspetto della sicurezza dei prodotti comperati da consumatori è uno dei temi affrontati dal presidente provinciale di Uniascom Varese, Giorgio Angelucci. Un concetto rincarato da Anna Lapini, componente di giunta di Confcommercio incaricata per la legalità e la sicurezza, nel domandare ai ragazzi: “Acquistare prodotti contraffatti è un buon affare? Davvero? E per chi?”. Eppure la più recente analisi dell’associazione di categoria mostra che, a distanza di dodici mesi, è aumentato l’acquisto illegale di abbigliamento (+2,1%), calzature (+1,5%) pelletteria (+4,9%), musica, video e videogiochi (+2,1%). Anche se, per fortuna, diminuiscono le compere legate agli articoli falsificati che appartengono alle categorie più pericolose per la salute. Ossia, alimentari, cosmetici e profumi. Restano i danni anche per il tessuto socioeconomico. Per chi paga onestamente le tasse. Dando lavoro ad altri. Un costo di oltre 27 miliardi di euro, quello della criminalità per le imprese del commercio, degli alberghi e i pubblici esercizi, come emerso da un’indagine di Confcommercio – Gfk Eurisko resa nota in occasione della Giornata di mobilitazione nazionale sulla legalità del 2015. Di qui la citazione delle parole del presidente nazionale dell’associazione dei negozianti, Carlo Sangalli: “Denunciare si deve, si può e conviene”.
Una scelta, quella di trasmettere alle nuove generazioni il senso del Made in Italy, fatta dunque non soltanto in ottica economica o di valorizzazione del brand, ma anche come scelta di campo per difendere il valore della comunità, la salute, la sicurezza dei consumatori. Sensibilizzando quindi i giovani a riflettere su quello che è un problema sociale, prima ancora che economico. Come evidenziato anche dal neo presidente della Camera di Commercio di Varese, Fabio Lunghi, nel parlare ai giovani come padre di famiglia.
Per affrontare la situazione è perciò fondamentale la sinergia tra diverse componenti della società. Inequivocabile a tal proposito il messaggio del sindaco Emanuele Antonelli agli studenti nel dibattito dopo lo spettacolo: “Se volete imitare, copiate loro”. Indicando le nuove leve della Guardia di Finanza, rappresentate dal tenente Laura Tripoli, comandante del Nucleo operativo di Busto Arsizio, e dal tenente Cristiano Simonitti, che da giugno sarà attivo nel reparto cittadino. Assieme a loro, Claudio Vegetti, comandante della polizia locale bustese. Sono loro, del resto, che ogni giorno combattono questo fenomeno. Una piaga di cui Busto Arsizio non è certo la capitale. Ma da cui non è neppure esente.