Turisti pe’Santi, l’esodo per viaggi religiosi | VIDEO

di Milani

I dati sulle visite ai luoghi sacri sono impressionanti. La cifra è in crescita anche nel Varesotto, dove l’affluenza è più alta della media regionale. Dopo l’interesse suscitato dall’articolo sul Cammino della Rosa, abbiamo approfondito il fenomeno nella puntata zero della nostra nuova trasmissione tv “Varese Inchieste”, in onda il primo venerdì del mese alle 20.10 su Rete55

di Chiara Milani

Un grande popolo in cammino. Letteralmente. E’ quello dei pellegrini del ventunesimo secolo. Che, alle motivazioni legate alla fede, spesso uniscono la voglia di conoscere luoghi di valore artistico e monumentale. Iniziando anche a scegliere destinazioni alternative a quelle classiche cattoliche. Ossia, Roma, Gerusalemme e Santiago di Compostela. Un fenomeno in crescita, quello dei viaggi legati a un forte credo, che s’inserisce dunque nella più ampia tendenza del turismo religioso, in cui riveste molta importanza l’aspetto culturale di certe mete di culto o a forte spiritualità.

Basta dare un’occhiata alle più recenti ricerche per rendersi conto di quanto questa opportunità possa essere interessante anche per il nostro territorio. Pure dal punto di vista dell’economia locale. Ma andiamo con ordine.

Nel mondo

Secondo l’Organizzazione mondiale del commercio, il turismo religioso coinvolge oltre 300 milioni di persone (non soltanto cristiani) all’anno, con un giro d’affari che nel mondo supera i 18 miliardi di dollari. Un dato che trova conferma nel rapporto 2016 dell’Unwto (World tourism organization): su 1.186 milioni di viaggiatori internazionali complessivi, più di uno su quattro (ossia, circa il 27 per cento) è stato spinto da motivi religiosi o culturali.

In Italia

Spostando la lente d’ingrandimento sull’Italia, secondo l’analisi 2016 del Ciset (Centro internazionale di studi sull’economia turistica) nel nostro Paese questo settore muove, ogni anno, 40 milioni di persone. Considerando pellegrinaggi, vacanze, gite di un giorno. Un numero impressionante, che si riduce però assai se si considerano coloro che si fermano almeno una notte a dormire. Soltanto 1,3 milioni di viaggi, pari al 3% del totale, prevede infatti pernottamenti, per una spesa di circa 2,5 miliardi di euro. Per la maggior parte si tratta dunque di un turismo “mordi e fuggi”. Almeno stando ai dati ufficiali, anche se parte di questo fenomeno potrebbe sfuggire ai radar per via delle sistemazioni informali per cui optano in molti.

Uno studio dell’Isnart (Istituto nazionale ricerche turistiche) evidenzia poi che in Italia tale tendenza crea oltre 5,6 milioni di pernottamenti ogni anno (di cui 3,3 milioni di presenze straniere e 2,3 legate al mercato italiano). In particolare, la clientela in arrivo da oltre confine rappresenta circa il 60 per cento: il 45,3% proviene dall’Europa e il 14,9% dai Paesi extraeuropei. L’identikit di questo viaggiatore è quello di un adulto (il 41,4% ha tra i 30 e i 50 anni) abbastanza incline al “fai da te”: soltanto il 44,4% degli stranieri che arrivano in Italia per motivazioni religiose utilizza infatti i tour operator e le agenzie di viaggio. Quanto alla compagnia, il 32,7% preferisce viaggiare con il partner, il 20% sceglie un tour organizzato, circa altrettanti (il 19,7%) un gruppo di amici e il 13,3% la famiglia, mentre il 9,8% viaggia da solo. Di solito questo tipo di turista si sposta soprattutto in bassa stagione e spende in media 51 euro al giorno, con gli italiani più predisposti degli stranieri a pagare qualcosa in più (59 euro anziché 46).

Secondo un’altra ricerca UNWto, in questo caso elaborata nel 2017, nella nostra nazione l’offerta religiosa può contare su circa 1.500 santuari, 30.000 chiese, 700 musei diocesani, oltre che tantissimi monasteri e conventi. La Basilica di San Pietro, su tutti, è¨tra i 25 luoghi più visitati del mondo.

In Lombardia e a Varese

Restringendo ancora di più lo zoom, dalle indagini  2016 e 2017 dell’Osservatorio Turistico Regionale Travel del Centro sullo Sviluppo dei Territori e dei Settori della Liuc Business School emerge come, tra i turisti che ogni anno visitano la Lombardia, il 2,6% indichi la motivazione spirituale e religiosa come una delle prime tre ragioni del viaggio. E la quota sale al 3,4% per la provincia di Varese. Ammonta comunque al triplo la percentuale di coloro che, seppure arrivati qui con altre motivazioni, optano anche per siti, eventi e pratiche di natura spirituale e religiosa. Tra le fonti d’attrazione principali, il Sacro Monte di Varese e l’eremo di Santa Caterina del Sasso a Leggiuno. Ma anche il monastero di Torba, il santuario della Madonna dei Miracoli a Saronno e quello di Santa Maria di piazza a Busto Arsizio. Un luogo, quest’ultimo, dove ogni anno giungono 2.000 visitatori per il cammino di Sant’Agostino. Anche se paradossalmente in città in pochi sanno che da qui passa questo percorso. Dall’Alto al Basso Varesotto abbiamo dunque diversi tesori da valorizzare. Il come, lo lasciamo agli esperti. Saranno sempre i numeri a dirci, in futuro, se il territorio abbiano saputo cogliere questa opportunità. Ricordando la regola benedettina: ora et labora.

 

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