Scatola dei sogni

di Andrea Mallamo

Luca Borsa, bustocco esperto di divulgazione ludica e formazione esperienziale, ha chiesto alla pedagogista e mamma Sara Evangelista, esperta in relazioni tra adulto e bambino, di aiutarci a capire cosa è successo e cosa succederà

di Luca Borsa

E’ autrice di una piccola collana di libri didattici, nonché coordinatrice e consulente in centri educativi, scuole materne e asili nido: Sara Evangelista, pedagogista di Tradate, parla del restart per figli e genitori.

Il prolungato isolamento ha sicuramente modificato il rapporto tra adulto e bambino: nella sua esperienza lavorativa in questi mesi che cosa ha notato ?

Se da una parte questa condizione ci sta permettendo di vivere appieno i nostri figli, dall’altro l’intensificazione delle ore insieme ci ha portato a due estremi. Da un lato ci troviamo di fronte a bambini fisicamente morbosi, dall’altro i bimbi “respingenti”. I minori sono a contatto con i genitori per un numero maggiore di ore rispetto a qualche mese fa. Ci sono bambini che si stanno legando fino a non “lasciare aria” alla mamma e al papà. Alcuni genitori mi contattano privatamente per capire come gestire questa morbosità fisica, di contatto, di scambi verbali, di richiesta di vicinanza che prima non c’erano. Altri invece appaiono più reattivi, più scostanti, meno desiderosi di stare vicino, probabilmente più arrabbiati. Consiglio ai genitori di avere la pazienza di tollerare questi cambiamenti di atteggiamento ed avviare momenti di confronto e ascolto delle emozioni, così intense e difficili da comprendere, di questo periodo.

Come pensa dovrà essere gestita in famiglia la riapertura anche in funzione del fatto che scuole e asili rimarranno ancora chiusi?
Invito tutti i genitori a pensare ad un piano quotidiano, che possa scandire la giornata, anche in vista del rientro lavorativo di alcuni di loro. Se la giornata avrà un’organizzazione precisa, soprattutto per i bambini, non sarà difficile attenersi al ritmo. Se i bambini ci vedono confusi saranno a loro volta confusi. Se invece trovano un equilibrio, saranno allineati con noi. Una famiglia organizzata è una famiglia serena. Infine il riavvicinamento alla vita sociale dovrà essere pensato gradualmente, come del resto sarà: non si potrà chiedere ai nostri bambini di giocare ad un metro di distanza, di non stare vicino ad un amico o di tenere la mascherina per tutto il tempo di permanenza nello spazio comune. Probabilmente sarà utile che gli adulti creino situazioni ad hoc, senza dover costantemente rimproverare il bambino del comportamento non corretto.

Che consigli puoi dare a un genitore sia per far capire cosa è successo e cosa possiamo imparare da un’esperienza simile sia per aiutarlo a gestire il lento rientro alla normalità?

Ai genitori raccomando sempre di non mentire, ma di raccontare quello che sta accadendo, utilizzando la semplicità delle parole che i nostri figli conoscono. Non sono utili allarmismi o propinare notizie da Tg, ma sicuramente spiegare il motivo per cui si sta a casa o si usa la mascherina per esempio, è doveroso. Inoltre, oltre al dialogo e allo spazio per accogliere tutte le emozioni (positive e negative), consiglio alle mamme e ai papà di proiettassi verso il futuro insieme ai loro figli. Rimanere ancorati a quello che si faceva fino al 23 febbraio può portare malinconia e tristezza. Ripensarsi immaginando quello che ci piacerebbe fare quando sarà tutto finito (o quasi) permette di metterci in una condizione propositiva e positiva. Ai genitori che entrano in contatto con me propongo la creazione della “scatola dei sogni” in cui inserire, scritti su bigliettini ripiegati su se stessi – quindi un po’ segreti- i desideri che ogni componente vorrà realizzare al più presto. Raccontare ciò che ci manca tanto e “fare un piano” per andare a riprenderselo è una buona spinta per la rinascita.

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