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di Milani

 

Anno nuovo su misura tra mass e social media: “Fashion e food sono in fermento”

di Chiara Milani

Abbiamo versato fiumi di bollicine sull’anno nuovo. Ma il 2019 sarà davvero spumeggiante? Lo abbiamo chiesto a Lea Gasparoli, dame chevalier de champagne e direttore Fashion e Lifestyle di Bubble’s Italia, magazine che racconta “uno stile di vita da godere, leggere e vivere”. Anche in provincia.

Che cos’è il lato frizzante della vita?

Il sapersi godere la vita nella sua bellezza, che secondo me è la cosa più importante della nostra cultura italiana, che è fatta di bellezza, di arte, di storia, di moda, di food. La bellezza dunque non è superficialità, assolutamente. C’è una frase che ho letto, ma in cui credo, e che recita: come si può pensare di voler essere senza prima saper apparire? La bellezza che trasmetti all’esterno è tutto quello che hai dentro, quindi è fatta di sostanza.

A proposito di bellezza: tu hai integrato molto bene un mezzo tradizionale quale la carta stampata, con una bella rivista patinata, e uno molto attuale, come Instagram, che si basa proprio su belle immagini…

Io vengo da studi classici e amo la carta: non potrei leggere gli articoli del nostro giornale sul cellulare. Detto questo però apprezzo moltissimo tutti i nuovi strumenti con i quali è possibile trasmettere la nostra cultura con diversi linguaggi, che non sono necessariamente quelli che ti vengono dal web. Sono quelli fatti dall’integrazione delle persone che costruiscono le loro relazioni attraverso nuovi strumenti. Quindi è proprio un nuovo modo di vivere e di trasmettere la cultura e le idee. Io non credo che il giornalismo sia finito, ma noi giornalisti dobbiamo aiutare il giornalismo a non finire integrandolo con i nuovi strumenti che ci sono permessi dalle nuove tecnologie e che si sono imposti nelle nostre vite. Instagram è un nuovo strumento che ti permette di creare un’identità del tuo giornale e di lasciarla fresca e visibile a tutti, così come con le Storie che durano 24 ore è possibile fare tutti gli aggiornamenti e anche far intervenire i lettori nel confezionare la notizia, come successo per le sensazioni della gente con i vari terremoti. Oggi il mondo è fatto d’interazione.

Un mondo che si sta sempre più imponendo…

Sì, un collega mi ha mandato una notizia di Repubblica su una catena di alberghi che in Svizzera offre un Instagram sitter, ossia un influencer che scatta foto e garantisce la presenza online degli ospiti concedendo loro la possibilità di tirare il fiato rispetto alla pressione sociale che i giovani percepiscono a proposito della propria presenza sui social. Una sorta di dovere soffocante, anche se autoimposto. Questa notizia mi fa sorridere, ma fa anche capire come, oltre a essere un fenomeno che va analizzato a livello psicosociologico, Instagram non sia un gioco, bensì uno strumento di lavoro che si sta affermando. Quindi, dobbiamo usarlo in maniera tale che sia uno strumento positivo.

Tu ti occupi in particolare di food e fashion. Che cosa consiglieresti a un’azienda di questi due settori per proporsi al meglio in un momento di transizione così delicato tra mass e social media, magari integrando le due cose come hai fatto tu?

Nella mia visione la carta stampata non è antagonista dei social, intendendo Instagram, perché Facebook è un mondo che conosco meno e che penso si sia un po’ perso lungo il percorso. Credo che un editore o un brand possa tranquillamente utilizzare il doppio canale per abbracciare una tipologia diversa di utenti. Ci vuole un utilizzo integrato, ricordandosi che la comunicazione è fondamentale.

Dal tuo osservatorio di Bubbles, come sarà quindi il 2019 nella moda e nella ristorazione?

Io sono molto ottimista. Nella ristorazione, per tanti anni i 3 stelle sono rimasti otto, ora sono dieci: quindi la cucina di qualità fa sempre la storia del nostro Paese ed è in fermento. E il mondo della moda anche. Cresce l’interesse verso la sartorialità, che non è soltanto propria del mondo della moda, ma investe tutti i campi. Anche la creazione di un piatto costruito attorno al cliente è quello che sarà, secondo me, un po’ la visione del futuro dell’economia.

 Ph Claudio Argentiero – by Afi; location: : Tavolo Cristallo al Ristorante Acanto dell’Hotel Principe di Savoia Dorchester Collection; abito: Saint Lauren

 

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